Fioccarono i ricorsi e ora, per una parte di coloro che già frequentano con riserva, è arrivata la decisione definitiva. Dopo oltre un anno di attesa e guerra di carte bollate, arriva il responso finale: mille esclusi dal test di Medicina e Odontoiatria nell’aprile del 2014 potranno continuare a studiare senza più nessun pericolo di essere estromessi dalle lezioni.
Erano stati ammessi con riserva lo scorso mese di giugno per il corrente anno accademico, dopo il ricorso ai giudici amministrativi presentato dall’Unione degli universitari. Ma adesso, col giudizio di merito espresso dai togati del Tar Lazio, la riserva verrà sciolta e gli interessati potranno continuare a studiare senza patemi d’animo. “Il 19 giugno, il Tar Lazio ha emanato le prime sentenze di accoglimento che permetteranno a quasi mille ricorrenti di essere equiparati definitivamente agli altri studenti vincitori di concorso”, spiega Gianluca Scuccimarra, leader dell’Udu.
“I primi ricorrenti ammessi definitivamente – continua Scuccimarra – sono gli studenti dell’aula 3 di Bari, nella quale è scomparso il plico dal quale è partito il ricorso”. Ma anche “tutti i ricorrenti della Federico II di Napoli, oltre a piccoli gruppi di Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata e Milano Statale”. Sono almeno 3mila gli studenti, ammessi con riserva in diversi gli atenei italiani, ancora in attesa della sentenza definitiva. L’8 aprile del 2014, poco prima che prendesse il via il test di Medicina e Odontoiatria nel capoluogo pugliese, la commissione si accorse che uno degli scatoloni contenente i fascicoli con i test a risposta multipla predisposti dal Cineca per l’accesso a Medicina e Odontoiatria era stato manomesso. E dalla scatola mancava un fascicolo. Il presidente della commissione informò la Digos e, poi, diede il via alla prova.
Nelle ore e nei giorni successivi, si temette che la prova – con poco più di 10mila posti in palio per 70mila aspiranti camici bianchi – potesse essere annullata dal ministero dell’Istruzione, considerata la presunta fuga di notizie prima della stessa. Ma da viale Trastevere il ministro Stafania Giannini dichiarò che non aveva nessuna intenzione di annullare la prova e che se ci fosse stato un reato se ne sarebbe occupato la magistratura. Così, secondo un copione più che collaudato, nelle settimane successive gli esclusi presentarono ricorso al Tar Lazio basandosi su due eccezioni: violazione dell’anonimato e il plico scomparso a Bari. Con la sentenza di qualche giorno fa, i giudici del tribunale amministrativo del Lazio hanno accolto le richieste degli studenti.
In diversi atenei, per effettuare il riconoscimento dei candidati, le commissioni fecero poggiare il documento sullo stesso tavolo dove lo studente svolgeva la prova e dove si trovava il cartellino col codice alfanumerico assegnato ad ogni candidato. In questo modo, in linea di principio, i commissari avrebbero potuto riconoscere i compiti dei singoli ragazzi, violando l’anonimato della prova. Questa situazione, assieme alla presunta fuga di notizie di Bari e all’anomalia verificatasi a Tor Vergata – dove, secondo l’Udu che presentò una denuncia alla procura, circa metà degli ammessi proveniva dalla provincia di Trapani – avrebbe convinto i giudici ad accogliere tutti i ricorsi presentati dagli esclusi. E, a questo punto, anche per i 3mila in attesa della sentenza definitiva si aprono le porte della facoltà più richiesta d’Italia.
Repubblica.it – 23 giugno 2015