Consulenze di Provincia, Comuni e altri enti: schedatura di quadri ignoti, distribuzione di berrettini e un quaderno sui cervi
C’è chi studia il comportamento dei millepiedi nelle colline trevigiane e chi conta le anguille che sguazzano nel fango dei fiumi della Marca. Così come c’è chi deve risistemare un salone per una cena e chi scheda quadri e sculture. Cosa hanno in comune tutte queste cose?
Il fatto di essere state commissionate da enti pubblici che, non trovando al loro interno nessun dipendente che fosse in grado di affrontare il compito, hanno dovuto arrendersi alle consulenze e affidarsi ai cosiddetti incarichi esterni. Incarichi che il ministero della Funzione pubblica, nel contesto dell’operazione trasparenza, ora ha messo in fila.
Le tabelle sfornate da Patroni Griffi riguardano il 2010 e comprendono, ovviamente, pure il Trevigiano. I totali fanno impressione. In quell’anno, infatti, gli enti pubblici della Marca hanno speso in consulenze decine di milioni di euro. Tutte indispensabili? La discussione è aperta.
Il centro per la ricerca per la viticoltura di Conegliano in un anno ha sborsato 288 mila euro. Per attività di studio e ricerca nel mondo del vino, certo. Ma 1.470 euro, ad esempio, sono serviti per il riordino di una sala per una cena a Collagù. Può starci? Probabilmente come i 600 euro spesi dalla Provincia per l’organizzazione di una cena di gala al Vinitaly di Verona.
Dal mare delle consulenze pagate dal Sant’Artemio, sede della Provincia di Treviso, per un conto totale di oltre un milione, spuntano anche 1.200 euro dati a un “esperto manifatturiero” chiamato a distribuire i berrettini alla Protezione civile e 21mila euro messi da parte per uno studio sulle anguille. Senza contare i 10 mila euro impegnati per l’analisi del federalismo fiscale o i 3.500 messi da parte per preparare un quaderno didattico sul bramito del cervo. Anche se, comunque, la parte del leone è recitata dal settore delle politiche sociali e del lavoro, che da solo ha avuto bisogno di incarichi esterni per oltre 848 mila euro.
Dal Sant’Artemio a Ca’ Sugana. Qui se n’è andato in consulenze oltre un milione di euro. E di questi quasi 40 mila euro sono serviti per dare una mano all’ufficio del mobility manager. Poi non mancano le progettazioni: altri 40 mila hanno finanziato lo studio dei lavori di adeguamento del ponte Sape. E qualche migliaio di euro è servito per la schedature di sculture e 87 opere pittoriche non meglio precisate.
Il parco del Sile, dal canto suo, prova a non essere da meno. Nel 2010, infatti, da via Tandura sono usciti oltre 168mila euro per pagare gli incarichi esterni. Si va da attività relative al piano ambientale al monitoraggio della fauna. Mentre 12 mila euro sono stati spesi per rifare il look al portale internet dei parchi del Veneto.
Nel resto della Marca le cose non sono troppo diverse. A Montebelluna, per esempio, è stata commissionata una ricerca sui licheni del Montello (3.600 euro) e sui miriapodi, cioè sui millepiedi, che hanno casa nelle colline trevigiane (messi da parte 1.500 euro).
A Mogliano, invece, sono stati spesi 45 mila euro per puntare la lente d’ingrandimento sul progetto dell’inceneritore targato Unindustria. E Paese ha messo da parte 6 mila euro per far lo stesso con quello del mega elettrodotto da 380 mila volt che potrebbe presto tagliare in due la Marca.
1 aprile 2012- Il Gazzettino