Il Consiglio dei Ministri di ieri ha approvato in esame preliminare uno schema di decreto legislativo per il recepimento della direttive europea su scambi e le importazioni nell’Unione di cani, gatti e furetti. L’Italia non si avvarrà della deroga all’obbligo di vaccinazione antirabbica
Co-proponente il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La Direttiva europea 2013/31 in materia di norme sanitarie che disciplinano gli scambi e le importazioni nell’Unione di cani, gatti e furetti, risponde all’obiettivo di prevenire il rischio sanitario connesso alla commercializzazione dei cuccioli non vaccinati per la rabbia, estendere da 24 ore a 48 ore il lasso di tempo anteriore alla partenza in cui va effettuato l’esame clinico obbligatorio sugli animali, garantire la massima tutela del benessere di questi animali nei trasporti.
“La Direttiva europea 2013/31 in materia di norme sanitarie che disciplinano gli scambi e le importazioni nell’Unione di cani, gatti e furetti, – si legge nel comunicato di fine seduta – risponde all’obiettivo di prevenire il rischio sanitario connesso alla commercializzazione dei cuccioli non vaccinati per la rabbia, estendere da 24 ore a 48 ore il lasso di tempo anteriore alla partenza in cui va effettuato l’esame clinico obbligatorio sugli animali, garantire la massima tutela del benessere di questi animali nei trasporti”.
Cani, gatti e furetti di età inferiore a tre mesi e non vaccinati contro la rabbia non potranno essere introdotti in Italia. Lo annuncia il Sottosegretario del Ministero della Salute, Vito De Filippo con una nota inviata alla LAV. Nella lettera il Sottosegretario, condividendo le preoccupazioni, sia in termini di benessere animale che di salute pubblica, annuncia che l’Italia nello Schema di Decreto Legislativo che attua la Direttiva 2013/31/UE approvata in via preliminare in Consiglio dei Ministri – non ha accolto la deroga che avrebbe potuto far sì che nel nostro Paese potessero essere introdotti, sia al seguito dei proprietari, sia per finalità commerciali, i cuccioli di età inferiore alle dodici settimane e non vaccinati nei confronti della rabbia.
Nel mese di novembre scorso, la LAV aveva scritto al Sottosegretario per chiedere che il nostro Paese non recepisse la non vincolante deroga comunitaria, sottolineando come la rabbia sia ancora estremamente diffusa nei Paesi dell’est Europa dai quali, come è noto, provengono i cuccioli di cani e gatti introdotti Italia per finalità commerciali, un ingresso peraltro spesso effettuato non in conformità alla legislazione vigente tanto che, nel 2010, nel sistema giuridico italiano sono stati introdotti il reato di traffico illecito di animali da compagnia e la fattispecie amministrativa di introduzione illecita.
21 gennaio 2015