I resti di 16 cani, morti da mesi, forse di stenti, giacevano nei box in cui avrebbero dovuto essere accuditi gli animali. Altre quattro carcasse erano state chiuse in sacchi di juta e dimenticate in un congelatore sotto il portico di una pizzeria, insieme a un gatto e a cibi avariati. Blitz di carabinieri e Asl
Un canile dell’orrore quello scoperto dai carabinieri di Ovada in un cascinale nell’Alessandrino. A far scattare il blitz una segnalazione anonima, che ha salvato 4 cani: una beagle e tre femmine di razza Flat coated retriever. Le hanno trovate malandate, ma vive. Di altri 21 animali, invece, i militari di Ovada – che ieri sono entrati, affiancati dal personale dell’Asl, dalle guardie zoofile e dall’Enpa – non hanno rinvenuto altro che brandelli.
Una storia da far rabbrividire non solo gli amanti degli animali. Sul retro della pizzeria, chiusa da appena una ventina di giorni, i 18 box regolarmente realizzati nel 2007 (ma già oggetto di diverse segnalazioni) erano stati trasformati in tombe a cielo aperto.
A parte le quattro cagnoline ancora in vita, poi trasferite in una struttura di Ovada, non c’erano che ossa, peli, fauci scheletriche protese verso ciotole vuote, al di là di porte sprangate dall’esterno. Resti tanto decomposti da essere ignorati perfino dalle mosche e da rendere difficile ai veterinari stabilire le cause della morte, che potrebbe risalire anche a sei mesi fa. Si ipotizza la malnutrizione ma saranno le analisi sugli animali trovati nel freezer, inviati all’istituto zooprofilattico di Alessandria, a dare elementi più concreti.
Il canile è stato sequestrato e il gestore è stato denunciato a piede libero dai carabinieri di Ovada per uccisione e maltrattamento di animali. Interrogato a lungo ieri mattina in caserma, l’uomo non avrebbe saputo giustificare tutto quell’orrore. Quanto ai resti «conservati» sotto ghiaccio – i militari escludono risvolti macabri legati all’attività di ristorazione, dove sono comunque emerse pesanti carenze igieniche – avrebbe spiegato che si trattava di cani morti nel corso dell’inverno: «Troppo difficile scavare una buca nel terreno gelato – ha rivelato -: visto che non sapevo dove seppellirli, ho optato per il freezer».
L’ex compagna, che vive ancora nel cascinale, avrebbe detto di non aver mai notato nulla di strano ma i carabinieri stanno vagliando anche le sue dichiarazioni. E i vicini di casa ammettono: «Da mesi non sentivamo abbaiare».
La Stampa – 16 giugno 2015