Il ministro dell’Interno:?«Il mondo sta cambiando, Monti voleva sdrammatizzare». Immediata la reazione della Rete: «Vorrei dire alla Cancellieri che io andrei anche lontanissimo pur di avere un lavoro retribuito degnamente»
«Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà». Lo dice il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri in una intervista a Tgcom24. Per il ministro sul posto fisso «è nata una querelle frutto di una fretta d’interpretazione. Il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, noi viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti». Insomma, aggiunge, «dobbiamo fare un salto, ma non demonizziamo. Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno». (fonte: Dire – 6 febbraio 2012)
La Cancellieri e i “mammoni” Su Internet esplode la rivolta: basta clichè
«Perché questi tecnici si ostinano a fare battute? Adesso siamo noi ad esigere sobrietà». Dopo la rivolta per le frasi del premier Mario Monti che aveva definito il posto fisso “monotono”, ora è Anna Maria Cancellieri a fare infuriare il Web. Questa mattina il ministro dell’Interno si è rivolto nuovamente ai giovani. «Vogliono il posto fisso vicino a mamma e papà, ma il mondo è cambiato. Serve un salto», ha detto.
Insomma, dopo essere stati definiti bamboccioni (Padoa Schioppa) e sfigati (Martone), ora i precari under 35 devono “beccarsi” anche dei mammoni. Immediata la reazione della Rete. «Vorrei dire alla Cancellieri che io andrei anche lontanissimo pur di avere un lavoro retribuito degnamente», scrive su Twitter Francesca Rapposelli. «Ho cambiato sei città, al posto fisso non ci ho mai pensato e mamma e papà li vedo a Natale e qualche giorno d’estate», replica Lina Rignanese. La Rete s’infiamma. In poche ore centinaia di commenti. «Basta clichè sui giovani»; «Cancellieri ridicola»; «Siamo stufi». Qualcuno tira in ballo Berlusconi: «Le sparano più grosse delle sue».
Blog, forum e social network vengono presi d’assalto. «Le mie figlie sono insegnanti precarie e devono pagarsi il mutuo. E, caro ministro, accetterebbero di lavorare a Roma, Milano, Torino, Napoli. Ovunque. Pensateci bene prima di parlare», scrive una mamma indignata. E ancora: «I miei figli il posto fisso non lo sognano neppure più. Sono precari a trecento chilometri di distanza da me».
Tra gli altri anche il commento di Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI: «Così il ministro insulta un’intera generazione». Nel mirino ancora la casta. «Il mondo è cambiato per la povera gente, ma non per voi che avete le spalle protette», attacca Daniela Trincia. Giulio Curiel si sfoga: «Basta, io non ci sto. Non c’è niente di male a desiderare una vita normale». C’è anche chi parla di una strategia messa in atto dal governo per cancellare i diritti: «Queste frasi non sono uscite a casaccio. Dietro c’è la volontà di modificare il mondo dell’occupazione». Qualcuno, infine, prova a difendere la Cancellieri: «Ha ragione. Se vogliamo salvare la nostra generazione dobbiamo essere disposti a muoverci». Ma è subito una pioggia di insulti.
La Stampa – 6 febbraio 2012