L’articolo 6 della legge “Salva-Italia”, che ha escluso i dipendenti del Ssn dall’istituto dell’equo indennizzo e dal riconoscimento di benefici per infermità e infortuni subiti per causa di servizio, è iniquo e penalizzante e deve essere abrogato. A chiederlo è la COSMeD, la Confederazione sindacale dei medici e dei dirigenti del Ssn, pesantemente colpiti da questo provvedimento. La decisione del Governo Monti colpisce gravenmente il diritto alla salute e il riconoscimento delle giuste tutele in caso di danni permanenti causati dall’attività lavorativa di molta parte dei dipendenti pubblici. Ma l’abrogazione di questi istituti diventa ancora più grave e ingiusta per categorie come quella dei medici, veterinari e sanitari del Servizio sanitario nazionale esposti in primo luogo al rischio concreto di contrarre malattie, anche di natura infettiva, e comunque di origine professionale, inclusa l’esposizione a sostanze mutagene e ad elementi radiogeni. Informativa Cosmed
Senza tralasciare poi i rischi connessi alle minacce ai professionisti del servizio pubblico in un momento in cui i medici – non solo quelli del pronto soccorso – vengono aggrediti in corsia e i veterinari (che, lo ricordiamo, rivestono la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria) e gli altri dirigenti sanitari subiscono continue intimidazioni, regolarmente denunciate, ma di fatto sottostimate dalle istituzioni.
E’ inaccettabile per la COSMED questa ulteriore penalizzazione nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego e della sanità in particolare ai quali rimarrà solo la tutela dell’assicurazione obbligatoria, senza la possibilità di richiedere il riconoscimento delle infermità derivanti da causa di servizio, equo indennizzo e pensione privilegiata.
7 febbraio 2012