Non è proprio andata già alla leader della Cgil, Susanna Camusso, l’uscita del premier Matteo Renzi sulla trasparenza del sindacato. Il presidente del Consiglio ha più volte stuzzicato le parti sociali e da Fabio Fazio, a inizio mese, ha apertamente chiesto che le organizzazioni dei lavoratori siano più trasparenti e pubblichino le loro spese sul web.
“Mi sento offesa da Renzi: il presidente del Consiglio sa bene, e se non lo sa è perché disattento, che la Cgil pubblica i suoi bilanci dal 1976, quando credo lui fosse appena nato”, ha replicato oggi a distanza Camusso (Renzi è nato nel gennaio del ’75, ndr). Anche Bonanni della Cisl, nei giorni scorsi, aveva preso posizioni simili.
Camusso, intervenendo telefonicamente a RaiNews, ha aggiunto che la Cgil “ha sempre pubblicato i suoi sul cartaceo, li pubblicava la rivista Rassegna sindacale e sono on line da quando esiste il sito della Cgil”. Camusso replica al premier anche sui servizi fiscali che i sindacati offrono a iscritti e contribuenti: “Sono regolati dalla legge – dice – quella di Renzi è una polemica sterile. E’ sbagliato che il capo del governo usi come argomento polemiche cose che non sono vere”.
Al di là della polemica tra i due, Camusso ha smorzato su possibili assi con Confindustria: “L’unico asse è che sono voci critiche rispetto a quello che fa il governo. Ma sono critiche opposte”, ha spiegato in riferimento alle dichiarazioni di Renzi che
aveva parlato della “strana coppia Squinzi-Camusso”. Per la leader della Cgil Il dl lavoro “è un modo del governo di rispondere positivamente a Confindustria, non ai lavoratori. Quindi questo asse non esiste”. E non c’è neanche nessun asse – secondo Camusso – tra Renzi e il segretario Fiom Maurizio Landini.
Camusso ha toccato anche il tema della rifroma della Pubblica amministrazione: “Se Renzi si impegna nella riforma della Pa, ce ne è uno straordinario bisogno per dare risposte ai lavoratori pubblici che in questi anni hanno subito tagli lineari insieme ai cittadini. E’ un’operazione molto importante; saremo attenti consiglieri. Ci siamo fatti nel tempo molte opinioni”. Quanto invece alla questione del momento, quella lanciata dall’ad delle Ferrovie Mauro Moretti che critica i tagli agli stipendi dei manager pubblici, per Camusso bisogna “chiudere la forbice fra le retribuzioni dei manager e quelle dei lavoratori” che ad oggi è “davvero incomprensibile”. Secondo la leader sindacale poi c’è “il sospetto che ci siano differenze molto significative anche fra i manager” e, in ogni caso, servirebbe in questo senso “una stagione di maggior equilibrio”.
Repubblica – 24 marzo 2014