Corriere del Veneto. Cosa sta succedendo all’ospedale di Camposampiero? Dalla scorsa primavera a oggi sono scoppiati quattro focolai di Covid-19, due solo tra dicembre e gennaio. Il penultimo cluster è stato rilevato tra i reparti di Medicina e Chirurgia, l’ultimo in area chirurgica e coinvolge una trentina di pazienti, ricoverati con tampone negativo al coronavirus e dopo una settimana risultati positivi, quindi infettati in corsia. Molti sono stati trasferiti dall’Usl Euganea all’ospedale di Cittadella, secondo Covid Hospital dopo Schiavonia, che peraltro conta diversi letti liberi nei reparti dedicati. Ma un degente ha denunciato il caso, sul quale la Regione vuole vederci chiaro.
«Se le opportune verifiche in corso appureranno che davvero questo signore è stato contagiato all’ospedale di Camposampiero, disporremo un’ispezione», dichiara il governatore Luca Zaia. Il problema è che qui non si tratta di un solo paziente, ma di un’organizzazione che probabilmente accusa qualche falla. «La segnalazione ci era già arrivata, stiamo verificando con audit interni, così da fare massima chiarezza in totale trasparenza», assicurano i vertici dell’Usl Euganea. «La verità è che la situazione è fuori controllo», allargano le braccia i medici interni.
Ieri intanto il Veneto ha registrato altri 995 contagi e 59 decessi. Scendono a 2120 (-82) i ricoveri in area medica e a 288 (-3) in Terapia intensiva. Negli ultimi 20 giorni gli esperti della Regione hanno rilevato un’inversione di tendenza, i dimessi sono più numerosi dei degenti. Per capire meglio l’andamento del virus, sono in corso due studi: uno screening su popolazione generale, forze dell’ordine e cassieri dei supermercati a cura del professor Vincenzo Baldo, dell’Università di Padova; e un’indagine sierologica condotta dal dottor Roberto Rigoli, responsabile delle 14 Microbiologie del Veneto, su un campione di cittadini e sul sangue già prelevato da ricoverati, mirata a individuare le aree più prese di mira dall’infezione.
Sul fronte vaccini è arrivata la fornitura attesa di 50.300 dosi e la prossima, annunciata dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri per il Veneto, tra Pfizer e Moderna ne prevede 197mila. Dal primo febbraio le forniture dovrebbero tornare a regime, dopo i tagli di Pfizer. Intanto sono state sottoposte a richiamo, dopo la prima dose, 3.254 persone.