di Valentina Calzavara A pochi giorni dal caso di lebbra diagnosticato a Treviso, infuriano le polemiche. La questione malattie d’importazione assume, sempre più, contorni politici, oltre che sanitari. È così che il rischio contagio diventa contesa tra partiti, con i Cinque Stelle che accusano Luca Zaia di aver strumentalizzato la vicenda e di aver creato del «panico ingiustificabile».
Un botta e risposta che già odora di campagna elettorale, a meno di un anno dal ritorno alle urne per rinnovare palazzo Balbi. Da una parte c’è Luca Zaia che, durante la conferenza stampa di giovedì al Ca’ Foncello, è tornato a criticare pesantemente l’operazione Mare Nostrum e ha denunciato la ricomparsa di malattie come la tubercolosi, la lebbra «e ora, anche il rischio ebola». Patologie rispetto alle quali il sistema sanitario regionale non si sta facendo trovare impreparato, ha tranquillizzato il governatore, aggiungendo però che «la base di questo lavoro prevede che i malati non vengano qui». E a parlato della necessità di avere «frontiere sanitarie» sicure. Un’affermazione stemperata, almeno in parte, dal dottor Giovanni Gallo, direttore del dipartimento di Prevenzione: «Se le persone ci mettono molti mesi per arrivare in Italia, è impossibile che riescano a farlo con l’ebola» ha spiegato,«è in corso una grossa epidemia in Africa ma questa è contenuta a livello rurale. La gravità della malattia, la sua rapidità e il fatto che sia molto letale, fanno sì che l’epidemiologia sia contenuta». Esternazioni che hanno provocato più di qualchetensione tra i presenti, politici da un lato e medici dall’altro. A gettare acqua sul fuoco ci hanno pensato ieri, le direzioni generale e sanitaria dell’Usl 9. Con una nota, l’azienda ha fatto sapere che: «Se al momento le condizioni epidemiologiche non fanno ritenere probabile che soggetti colpiti da gravi patologie infettive ad alta mortalità giungano facilmente nel nostro paese, l’organizzazione sanitaria ha il dovere di considerare comunque ogni eventualità e adoperarsi per prevenire anche l’improbabile, come per ogni altra patologia. Pertanto, come previsto dalle linee guida che la Regione ha diramato in linea col Ministero della Salute, anche l’Usl 9 ha attivato, per quanto di sua competenza, la rete dei controlli». Parole che ristabiliscono l’accordo tra le parti. Ma che non placano le critiche dei grillini veneti. Accusano i Cinque Stelle. «Il governatore farebbe meglio a rettificare quanto detto. Evidentemente qualcuno si diverte a fare il medico e a suscitare il panico generale con un’improvvisa caccia all’untore che rischia di alimentare malumori razzisti. La lebbra è una patologia scarsamente contagiosa e attualmente curabile in molti ospedali italiani, senza contare che il più delle volte sono gli stessi nostri connazionali, e non solo gli stranieri, a venire contagiati dal morbo, dopo prolungati soggiorni all’estero». Affondo che si conclude così: «Di certo i procurati allarmi non servono a salvaguardare la salute pubblica e chi non è informato farebbe meglio a tacere prima di rilasciare dichiarazioni false e pretestuose»
La Tribuna di Treviso – 9 agosto 2014