Il ministro dei Rapporti con il Parlamento ha posto alla Camera la questione di fiducia, voto finale giovedì. Proteste in Aula e fischi dai banchi della Lega. Poco prima, era stata respinta la richiesta, avanzata dall’Idv, di rinvio in commissione del decreto. Fini ha espresso il proprio ”rammarico” per ”l’insensibilità dell’esecutivo” che non ha dato ”ulteriori elementi di valutazione”
“Su incarico del Consiglio dei ministri pongo la questione di fiducia” sul “testo identico a quello approvato al Senato” del decreto liberalizzazioni. Lo ha detto in aula alla Camera il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.
Poco prima la Camera aveva respinto la richiesta, avanzata dall’Idv, di rinvio in commissione del decreto liberalizzazioni, con 224 voti di differenza. “Non c’è nessun motivo di rinviare in commissione”, era stata la posizione espressa dall’esecutivo. Il capogruppo Idv Massimo Donadi aveva spiegato che “la Ragioneria generale dello Stato ha di fatto dato parere negativo su ben 5 articoli del decreto in quanto non garantite le coperture finanziarie”. Un esame “nel merito di queste obiezioni della Ragioneria non c’è stato”, ha osservato Donadi. I dubbi della Ragioneria generale dello Stato non hanno impedito alla commissione Bilancio di dare parere favorevole al provvedimento, dopo aver preso atto dei chiarimenti arrivati dal governo.
Dopo che la Camera ha respinto la richiesta dell’Idv, ha preso la parola il presidente della Camera Gianfranco Fini per esprimere il proprio ”rammarico” per ”l’insensibilità dell’esecutivo” che non ha dato ”ulteriori elementi di valutazione” come richiesto in Aula. Richieste che, secondo il presidente della Camera, avevano ”fondatezza”.
Quanto alla posizione espressa da Fini, Giarda si è limitato a dire: ”Ne prendo atto”.
Le dichiarazioni sul voto di fiducia inizieranno domani dalle 14.15 e dalle 15.45 partirà la chiama dei deputati. Il voto finale sul provvedimento ci sarà giovedì alle 19.30. A partire dalle 18.00 le dichiarazioni di voto in diretta televisiva.
Dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio è emerso anche che la questione della copertura al decreto sulle liberalizzazioni verrà esaminata dalla Giunta per il Regolamento. La questione “è materia su cui è tenuto a rispondere il ministro dell’Economia”, ha detto Giarda ai cronisti alla Camera. “Il ministro dei Rapporti con il Parlamento – ha aggiunto – si occupa solo di calendari…”.
Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 24 marzo, pena la sua decadenza. Lega e Idv protestano: alcune misure previste dal Dl, come ha sottolineato la Ragioneria generale dello Stato, non hanno copertura. Il leghista Jonny Crosio ha attaccato: il «Governo è sordo alla democrazia». Il tutto sarebbe in violazione dell’articolo 81 della Costituzione. Il Capo dello Stato, chiede l’Idv, non firmi il decreto.
L’allarme della Ragioneria
Dubbi della Ragioneria generale dello Stato su alcune coperture al dl liberalizzazioni: tra le misure sotto osservazione, quelle che riguardano l’istituto delle compensazioni per il pagamento dei debiti della Pa e quelle relative alle permute di immobili.
La Commissione Bilancio: no alla norma sulla permuta di immobili
La commissione Bilancio ha dato parere favorevole ma con una condizione: che sia soppressa la norma sulla permuta di immobili inserita dal Senato all’articolo 56. È della stessa opinione la Ragioneria generale dello Stato: la misura prevista all’articolo 56, comma 1 bis, si legge nella relazione tecnica, «è suscettibile di comportare maggiori oneri a carico del Bilancio dello Stato, non quantificati né coperti», pertanto «si conferma l’esigenza che la norma venga stralciata».
ilsole24ore.com – 20 marzo 2012