Beniamino Bonardi. Uno degli effetti dei cambiamenti climatici è l’innalzamento della temperature dei mari, che nell’Atlantico settentrionale sta provocando anche un aumento di vibrioni. Contestualmente, negli ultimi decenni si è registrato un forte incremento di malattie causate dalla presenza nell’ambiente di questi batteri lungo le coste atlantiche dell’Europa e degli Stati Uniti. Uno studio recente, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), ha rilevato la correlazione tra i due fenomeni, grazie al lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall’italiano Luigi Vezzulli, dell’università di Genova.
Il cambiamento climatico sta avendo un forte impatto sulle comunità animali e vegetali marine, ma poco si sa della sua influenza sui procarioti marini, che rappresentano la più grande biomassa vivente negli oceani e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della vita sul nostro pianeta. In questo studio viene fornita per la prima volta l’evidenza sperimentale sul legame tra variabilità climatica degli ultimi cinquant’anni nel temperato Nord Atlantico e la diffusione di un importante gruppo di procarioti marini, i vibrioni, responsabili di diverse infezioni sia negli esseri umani, sia negli animali. Utilizzando l’archivio di campioni di plancton raccolti tra il 1958 e il 2011 e conservati nella formalina nell’ambito del progetto Continuous Plankton Recorder, i ricercatori hanno valutato in modo retrospettivo la quantità di vibrioni, tra cui alcuni agenti patogeni umani, in nove aree del Nord Atlantico e del Mare del Nord.
Si è così vista la correlazione tra il cambiamento climatico e le modifiche del plancton, ed è stato dimostrato che all’aumento della temperatura della superficie del mare corrisponde un aumento della quantità di vibrioni nel plancton. Parallelamente all’aumento dei vibrioni sono aumentate anche le infezioni gastrointestinali, in particolare nel periodo estivo dei bagni e quindi del contatto diretto. I vibrioni, presenti nel plancton, sono un genere di batteri gram-negativi di cui si conoscono più di 110 specie, molte delle quali patogene per uomini e altri animali, tra cui il Vibrio vulnificus, che spesso contamina chi mangia molluschi e crostacei crudi.
Il Fato alimentare – 3 ottobre 2016