L’impennata delle temperature con il caldo record preoccupa anche gli allevatori veneti. Oltre alla crisi idrica per le coltivazioni in campo e l’irrigazione aggiuntiva per piante e vigneti gli imprenditori agricoli segnalano l’aumento dei costi dell’energia elettrica tre volte superiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E’ quanto afferma Coldiretti Veneto che monitora gli effetti causati in campagna dalla settimana più calda del 2021. I valori sono triplicati – commenta Ivano Fighera titolare della fattoria “VaKa Mora” di Istrana in provincia di Treviso completamente robotizzata – le bollette da 1.800 euro sono passate a 4.400” – continua Ivano Fighera. Dello stesso parere anche Dario Cabianca titolare dell’omonima stalla a Grisignano di Zocco.
“Ventilatori, doccette e refrigeratori, tutti gli strumenti ordinari e non, ai fini del benessere animale incidono sul bilancio aziendale. Gli sbalzi del termometro – spiega Dario Cabianca – hanno impatto anche sulla produzione di latte fino al 10% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali . Lo stress subito dai bovini interferisce sulle proteine, i grassi e quindi sul loro peso e può avere conseguenze sulle gravidanze”.
Se per gli animali domestici come cani e gatti è importante garantire sempre l’acqua e fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati, per le mucche – sottolinea la Coldiretti – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo – rileva la Coldiretti – sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte si aggiunge poi – continua la Coldiretti – un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.
L’afa e la prolungata mancanza di pioggia ma anche gli incendi diffusi – precisa la Coldiretti – hanno bruciato i pascoli e il foraggio necessario per l’alimentazione del bestiame oltre ad avere scottato la frutta e la verdura, impoverito i vigneti, fatto cadere olive e agrumi dagli alberi. In sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal girasole al pomodoro da conserva.
Per far fronte all’emergenza alimentare nelle stalle più colpite è scattata la solidarietà degli agricoltori della Coldiretti in tutto il Paese con l’obiettivo di far arrivare alle aziende un aiuto immediato con il fieno per gli animali sopravvissuti alle fiamme.