Dati Istat alla mano, la Calabria è la regione con più disoccupati d’Italia. Ma è anche quella dove le aliquote Irap e Irpef sono fra le più alte dell’intero Paese. Se poi si considera che il territorio vive soffocato nella stretta morsa della ‘ndrangheta, il quadro diventa ancora più desolante.
La Calabria è periferia, è sud del sud, è emigrazione senza ritorno. E’ speranze, per chi resta. E’ difficoltà quotidiana, clientela, voti di scambio, ospedali risucchiati da deficit milionari, aeroporti che chiudono e ferrovie che tagliano.
In Calabria un giovane su due non trova lavoro, e chi lo trova, spesso, deve accontentarsi. Perché la vita, a certe latitudini, è fatta di equilibri, di coperte sempre troppo corte.
Qui il timone della Regione è affidato a Giuseppe Scopelliti, Peppe per gli amici più stretti. Ex giovane sindaco di Reggio Calabria e fedelissimo di Silvio Berlusconi. E’ stato eletto governatore nel marzo del 2010 a furor di popolo, surclassando l’uscente Agazio Loiero, candidato del centrosinistra. Da allora una gestione regionale con alti e bassi. Scopelliti ha dovuto affrontare alcune inchieste, l’eco mediatica di qualche frequentazione dubbia e i colpi inferti dalla DDA all’ente regionale, che spesso hanno riguardato uomini politicamente vicini al governatore finiti in intrecci indiziari fra ‘ndrangheta e politica.
L’ufficio del governatore col il tapis roulant
In questi giorni sono proprio alcune notizie riguardanti Scopelliti a far discutere. Il sasso nello stagno l’ha lanciato Il Quotidiano della Calabria, rispolverando un decreto regionale approvato pochi mesi dopo l’elezione del berlusconiano. Il decreto riguarda la riqualificazione di spazi e arredi degli uffici della giunta regionale. Chi conosce Scopelliti lo racconta come un uomo con un debole per il lusso, e per il fitness. E proprio per questo pare abbia voluto un restyling significativo degli uffici che ospitano la giunta, per un investimento di circa 90mila euro. Una decisione che cozza un po’ con l’austerity imposta da questa crisi.
Gli interventi più corposi, secondo il decreto datato 30 agosto 2010, hanno riguardato la sala del presidente, quella del direttore generale e la sede della giunta. Ma l’architetto che ha curato i lavori, non ha dimenticato di realizzare una specie di area relax nell’ufficio di presidenza. Una piccola palestra con tapis roulant, panca pesi e altri attrezzi ginnici. La fornitura sarebbe stata curata da un’azienda di Reggio Calabria, specializzata nella vendita di attrezzi e materiale sportivo. A questa ditta è stata pagata una fattura di 9 mila e 780 euro iva inclusa.
Mobili e arredamenti per 300mila euro in Consiglio
Ma non c’è solo Scopelliti e la sua passione per il fitness, in Calabria. Anche il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, non ha badato a spese per mobili e arredamento. Lo scorso anno, secondo quanto riporta sul rendiconto dell’esercizio finanziario del provveditore dell’assemblea legislativa, per Palazzo Campanella (sede del Consiglio regionale calabrese) sono stati spesi ben 295 mila euro per l’acquisto di mobili, arredi e attrezzature. Cioè la quasi totalità dei fondi previsti in bilancio (300 mila euro). Alla faccia della spending review, si direbbe. Dalla rendicontazione risulta che il Consiglio regionale calabrese ha pagato circa 70 fatture a un’azienda per acquisto e manutenzione di arredi, per un totale di 200 mila euro. Era necessario?
Nulla di irregolare, anzi. Le spese risultano tutte registrate. A far discutere è l’opportunità. Si tratta pur sempre di soldi pubblici. E vanno trattati con parsimonia, soprattutto in questi mesi difficili.
Il sole 24 Ore – 11 marzo 2013