L’assessore Coletto interviene per negare una prossima cancellazione dell’ospedale. Continua lo stato di agitazione proclamato 7 giorni fa dai sindacati medici contro la delibera 157 che sopprime la doppia guardia di rianimazione
Il reparto di rianimazione inaugurato nel dicembre del 2007 Bussolengo. Le voci sulla possibile dismissione dell’ospedale di Bussolengo continuano a circolare. In Regione lo negano ma i fatti alimentano il sospetto. Ad esempio, quello che sta accadendo nel reparto di terapia intensiva dell’Orlandi, sarà casuale ma sembra propedeutico a un futuro quanto meno incerto. Negli ultimi dieci giorni, infatti, nell’ordine è successo: 30 marzo delibera 157 del direttore generale Alessandro Dall’Ora con la «disattivazione della doppia guardia integrata di anestesia-rianimazione e attivazione della reperibilità medica integrativa»; 5 aprile comunicazione della direzione medica dell’ospedale alla centrale operativa del 118 di «sospensione dei ricoveri in Terapia intensiva»; 5 aprile proclamazione dello stato di agitazione dei sindacati della dirigenza medica con tanto di richiesta al Prefetto di Verona di avviare le procedure di conciliazione in caso di sciopero; sempre il 5 aprile, comunicazione dei sindacati alla Procura dei «gravi elementi di criticità riguardo al livello di garanzia per la sicurezza e la salute degli utenti e degli stessi operatori dell’ospedale di Bussolengo»; 10 aprile dietrofront della direzione medica con comunicazione della «riattivazione dei ricoveri esterni in Terapia intensiva». Morale: «All’Orlandi si vive alla giornata, un giorno si fa e il giorno dopo si disfa alla maniera di Penelope che di notte distruggeva ciò che tesseva durante il giorno». A parlare è Mario Favazza, segretario regionale Cimo Veneto (Coordinamento italiano medici ospedalieri). Continua: «In tutto questo ambaradan i primi a rischiare sono i pazienti dell’Ulss 22 e a ruota i medici che devono garantire le cure ma non hanno gli strumenti per farlo. In queste condizioni», denuncia Favazza, «la malasanità non la fa il dottore in prima linea come è lo specialista dell’urgenza ma chi lo dirige dall’alto non mettendolo nella condizione di svolgere bene il suo mestiere. E nel nostro campo, dove si tratta di salvare la vita alla gente, è fondamentale che si possa lavorare in sicurezza». Ripete: «Siamo preoccupati per la nuova gestione delle urgenze all’ospedale per acuti di Bussolengo che, per definizione – acuti appunto – dovrebbe continuare ad avere la doppia guardia di anestesia e rianimazione ma che Dall’Ora l’ha soppressa sostituendola con una pronta disponibilità.
Che significa? Che se di notte uno arriva al pronto soccorso dell’Orlandi con un infarto in atto, dal 30 marzo a visitarlo c’è lo specialista interdivisionale che non è un rianimatore ma, che so, un ortopedico piuttosto che un otorino il quale lo manderà in ambulanza, sempre senza rianimatore, al primo presidio ospedaliero utile». Favazza conclude: «Vogliamo che i cittadini siano informati dei pericoli che corrono: se hanno un’emergenza, alla 22 rischiano di più! ». C’è dell’altro. «A questa nuova impostazione delle urgenze decisa con delibera 157», spiegano i portavoce dell’Aaroi (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani), «va aggiunta la beffa dei ricoveri in rianimazione prima sospesi perchè il reparto è sulla via della chiusura e dopo riattivati». Il 5 aprile la direzione ospedaliera ha infatti inviato un fax urgente alla centrale operativa del 118 (box a fianco) in cui informava che «per contingenti necessità organizzative si conferma la dismissione della Terapia intensiva. Per tale motivo fin da subito non è possibile accogliere ulteriori pazienti». Il 10 aprile, sempre con fax urgente al 118, si annullava il precedente provvedimento: «Con delibera 157 del direttore generale è stata disattivata la doppia guardia anestesiologica-rianimatoria attivando contestualmente la reperibilità integrativa. Tale provvedimento ha consentito la copertura dei turni per il mese di aprile. Rilevato che, alla data odierna, non si sono determinate situazioni di criticità nella gestione delle emergenze intraospedaliere nè nella gestione dei trasporti, si comunica la riattivazione dell’accoglimento dei pazienti esterni in Terapia intensiva». «Tutta questa situazione è assurda», concludono Cimo e Aaroi, «e dal momento che il direttore Dall’Ora non ci ha convocati nonostante lo stato di agitazione, abbiamo deciso di impugnare la delibera 157 davanti al giudice del lavoro perchè non rispetta lo status di ospedale per acuti che è l’Orlandi. Riguardo ai due fax, invece, si commentano da soli».
LE GARANZIE DI COLETTO «Sono stanco di ripeterlo: l’Orlandi non chiude e ha la rianimazione. Non so quindi perchè la direzione abbia comunicato al 118 che è in corso di dismissione la terapia intensiva: è un falso. Tanto che a stretto giro di posta ha dovuto annullare la sospensione dei ricoveri e comunicare la ripresa dell’attività del reparto». Luca Coletto, assessore regionale alla sanità, un po’ stizzito lo è: «Davvero, da Venezia non è partita alcuna indicazione diversa: la programmazione regionale, essendo il Magalini di Villafranca un ospedale in itinere, prevede che Bussolengo rimanga. Tutto il resto riguarda beghe interne tra la direzione e i sindacati. Se la deve sbrigare Dall’Ora».
L’Arena – 12 aprile 2012