Aifa si presenta e chiede a chi vuole conoscere il suo nuovo modello di partecipare a un convegno, diventando sponsor. Attraverso una neonata agenzia che organizza congressi, la Fuel consunlting, propone alle aziende farmaceutiche, cioè i soggetti primariamente interessati a sapere come lavorerà l’agenzia, un contributo da 5, 10 o 20 mila euro. L’appuntamento è per il 21 giugno in una sede istituzionale, la sala Piccinno del ministero alla Salute. Chi vuole approvare i farmaci paga per sentir parlare chi li approva, per di più in una sede istituzionale. Un groviglio di inopportunità del tutto inedito nel mondo della farmaceutica.
Ce n’è abbastanza, dopo che il sito di Repubblica rivela i particolari dell’incontro, per scatenare polemiche durissime, con il Pd che chiede conto al ministro alla Salute Orazio Schillaci.
Alla fine, quando ormai è sera, arrivano due comunicazioni di segno diametralmente opposto, altra spia del caos che si è generato. Dal ministero alla Salute dicono infatti che l’evento non si terrà più all’interno della sede di lungotevere Ripa, a suo tempo concessa dal capo di gabinetto Marco Mattei. La sala è revocata. Evidentemente qualcosa non va in quell’appuntamento. Eppure, praticamente in contemporanea, Aifa diffonde un comunicato per smentire «con forza di aver richiesto sponsorizzazioni o aver proposto contributi di carattere economico alle aziende farmaceutiche che prenderanno parte all’evento previsto per il 21 giugno presso il ministero della Salute. Aifa è totalmente estranea all’organizzazione dell’evento e la sua partecipazione è prevista a titolo completamente gratuito ». Allora perché il ministero ha revocato la sala? E ancora, come è possibile che l’agenzia, istituzione che deve evitare qualunque conflitto di interessi e segue regole molto restrittive per la partecipazione dei suoi dirigenti a qualsiasi evento, e addirittura non può nemmeno dare il suo il patrocinio ad appuntamenti organizzati con la sponsorizzazione dell’industria, sia stata coinvolta in un congresso di quel tipo? Perché nessuno ha controllato? Tra l’altro l’appuntamento si intitola: «Aifa si presenta: un nuovo modello per accelerare. L’accesso all’innovazione» e non prevede la presenza di qualche funzionario ma di tutti i vertici dell’agenzia: presidente Robert Nisticò, direttore scientifico Pierluigi Russo e amministravo Giovanni Pavesi. La richiesta di soldi è arrivata dagli organizzatori a un gran numero di industrie, come poteva l’agenzia non essersi accorta di niente?
Nella brochure si cita anche la presenza di Schillaci, che non è mai stato invitato. Cento posti sono a ingresso gratuito fino ad esaurimento ma poi Fuel, ed è veramente difficile pensare che Aifa non lo sapesse, fa lo “sponsor prospectus”. Alle aziende che verseranno 20 mila euro, ad esempio, verranno dati 3 posti, inserita una brochure nella cartella del convegno e sarà riprodotto il logo nell’area del coffee break, sui materiali stampati e nel sito dell’evento.
Per il Pd la vicenda «è gravissima, incredibile e inquietante, visto il delicatissimo ruolo di controllo e regolamentazione che Aifa svolge», dice il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia, che ha presentato un’interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo: «Chiediamo di sapere se il ministro sia a conoscenza di questa assurda iniziativa e se non ritenga di intervenire urgentemente per evitare che il suo nome, la dignità e la credibilità del ministero che presiede siano lesi in modo irreparabile».