Un taglio netto del 18% agli aiuti Ue per gli agricoltori italiani. E’ questa la ricaduta sulla politica agricola europea, stimata dal Mipaaf a seguito della proposta di bilancio Ue 2014-2020.
Ma il budget per la Pac del futuro, presentato dalla Commissione lie il 29 giugno scorso, non va giù agli eurodeputati. «Confermo che quello che l’esecutivo presenta come un congelamento delle risorse al 2013 è in realtà un taglio mascherato», ha detto il presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo, Paolo De Castro. «Ci batteremo per ottenere di più», ha aggiunto. Di contro, il Commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos, che difende il «congela-mento», nella prima tappa di discussione della proposta di budget. La contesa scaturisce dal fatto che l’esecutivo Ue ha applicato un «congelamento» delle risorse in termini nominali, mentre, come mostrano anche i dati della National Farmers Union, in
termini reali c’è una riduzione, soprattutto sulle risorse dei pagamenti diretti, che nel 2020 saranno il 12,5% in meno rispetto al 2013. Secondo Ciolos, bisognava completare l’accesso ai fondi del primo pilastro per Bulgaria e Romania (che costa 8,8 miliardi) e poi ci sono 15 miliardi aggiuntivi fuori dal capitolo di spesa Pac per la ricerca, per fondi anti-crisi, per l’estensione agli agricoltori del Fondo europeo sulla globahi77amon (finora destinato solo ai lavoratori dell’industria). Inoltre, quando l’Europarlamento aveva chiesto di congelare il bilancio, sostiene il commissario, non aveva specificato se in termini reali o nominali. Sullo sfondo la presidenza di turno polacca. che insediatasi appena due giorni dopo la presentazione del bilancio, sta usando la diplomazia, a fronte di un semestre in cui i destini della Pac si giocheranno su due tavoli: quello dei ministri finanziari con il confronto sul budget, e quello dei ministri agricoli che discuteranno della riforma. «La Pac è ostaggio della proposta di budget», ha chiosato Marek Sawicki, ministro dell’agricoltura di Varsavia, «personalmente sosterrò le istanze del parlamento, ma per il risultato finale molto dipende da conte l’ammontare delle risorse sarà legato a una loro equa redistríbuzione tra gli Stati membri».
Italia Oggi – 19 luglio 2011