efanews.eu – E’ confermato dalla stesse autorità scozzesi secondo quanto pubblica in queste ore BBC News: un contagio dell’Encefalopatia spongiforme bovina (Bse), meglio noto come Morbo della mucca pazza è stato appurato in una fattoria nell’Aberdeenshire, in Scozia, Regno Unito. Ma si tratta di un caso isolato riconducibile ad una mandria di bovini allevata nella cittadina di Hyntly. Per non creare inutili allarmismi il responsabile dell’economia rurale del governo scozzese, Fergus Ewing, ha informato che l’allevamento è stato isolato e posto il divieto di far circolare gli animali, così come è stato imposto il blocco del commercio di capi vivi o di carne provenienti dall’area.
L’allarme è scattato dopo la morte di un manzo, sono in corso le indagini per individuare la fonte del contagio, il primo in Scozia dopo 10 anni. Per precauzione, ha precisato Ewing, altri 4 animali della mandria sono stati abbattuti, ed il caso è da ritenersi circoscritto prima che il morbo potesse entrare nella catena alimentare umana. Le autorità restano vigili dopo i 16 casi registrati in tutto il Regno Unito a partire dal 2011; l’ultimo nel Galles 3 anni fa. “Anche se è troppo presto per capire da dove proviene il contagio, il fatto che il caso sia stato subito rilevato è la prova che il nostro sistema di sorveglianza è efficace. Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Agenzia per la salute degli animali e delle piante per individuare la fonte”, ha spiegato il capo dei servizi veterinari della contea Sheila Voas.
Lo stato di allerta è alto in tutto il Paese poiché il primo caso di Bse fu rilevato proprio nel Regno Unito, nel 1986, quando un laboratorio di veterinaria identificò in un allevamento nella regione dell’Hampshire un esemplare dal quadro clinico “preoccupante”. L’insorgenza della malattia era da ricollegarsi più che all’uso di farine di carne, a modifiche nel processo di produzione delle stesse. Alcuni anni dopo la comunità europea mise al bando definitivamente questo processo di produzione, evitando così il riciclaggio dell’agente infettante attraverso l’utilizzo di carcasse di bovini malati nella produzione di farine di carne ed ossa destinate all’alimentazione animale. Nel 2005 il comitato veterinario dell’Unione europea pose fine al bando che da marzo 2001 vietava la commercializzazione nell’Ue della carne non disossata (come la bistecca alla fiorentina). L’anno dopo venne ripristinata la possibilità di nutrire il bestiame da allevamento con farine animali.