La strage in un allevamento della provincia di Rovigo. Danni per oltre centomila euro
Diciottomila polli sono morti ieri mattina nell’incendio che ha distrutto un allevamento in via Canaletti a Rivà di Ariano (Rovigo). Le fiamme, oltre a carbonizzare gli animali, hanno completamente bruciato le attrezzature e il capannone in cui erano custoditi. A dare l’allarme, verso le 5.45, il proprietario dell’azienda agricola all’interno della quale è situato l’allevamento che si è accorto del fumo e del rogo.
All’arrivo dei vigili del fuoco di Adria, il capannone era completamente avvolto dalle fiamme. A causare la strage dei polli erano probabilmente bastati pochi minuti. Secondo i primi rilievi, da parte dei carabinieri della stazione di Ariano e dei vigili del fuoco, pare che l’origine dell’incendio sia stata accidentale. Probabilmente le fiamme possono essere partite da una delle stufe a gas utilizzate per riscaldare la struttura o dall’impianto elettrico collegato alle lampade di illuminazione. Da qui si sarebbero propagate con estrema rapidità all’intero fabbricato: pollina, scarti, mangimi, paglia e segatura, utilizzate per le lettiere, bruciano infatti in velocità. Esclusa dunque al momento la pista dolosa.
Ai vigili del fuoco sono occorse alcune ore per spegnere l’incendio e solo verso mezzogiorno la struttura è stata posta completamente in sicurezza. Ma le fiamme hanno completamente distrutto il capannone, una grande costruzione in metallo, vetroresina e pannelli isolanti di proprietà di Silvio Dalla Monta, affittata all’allevatrice che lo gestiva, insieme a un socio, da undici anni, Rossella De Grandis, 52 anni, di Taglio di Po. Per lei un colpo durissimo: solo i polli carbonizzati avevano un valore di circa 50mila euro. Senza contare il resto. Collassati e inceneriti anche i due silos dei mangimi sulla parte anteriore dell’allevamento. Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpav, per i campionamenti del materiale combusto e dell’aria prelevata nella zona dell’incendio, oltre al veterinario dell’Ulss 19. Le carcasse degli animali, che avevano circa trenta giorni e pesavano intorno a un chilo l’uno, sono state rimosse da una ditta specializza e verranno distrutte tramite l’incenerimento.
gazzettino.it
28 novembre 2010