Il Tar di Lecce aveva annullato l’ordinanza del sindaco Consales contro l’uso degli animali negli spettacoli. Ma il primo cittadino alza il tiro e fa ricorso al Consiglio di Stato. E il Comune di Brindisi non è da solo nella battaglia
Un nuovo round nella guerra tra il Comune di Brindisi e i circhi che impiegano animali all’interno dei loro show si è concluso. E a spuntarla, per il momento, è stato il circo. Il Comune di Brindisi ha annunciato infatti che eseguirà quanto disposto dal Tar di Lecce, consentendo al circo “Darix presenta Orfei” di esibirsi sul territorio comunale il prossimo 20 settembre.
Il Tribunale, lo scorso giovedì, aveva infatti definitivamente accolto il ricorso del circo contro il Comune, che con un’ordinanza del sindaco dell’ottobre 2012 aveva vietato l’uso degli animali all’interno degli spettacoli circensi.
Ma il primo cittadino Mimmo Consales non ci sta. Dopo aver appreso la decisione del Tar aveva preannunciato il ricorso al Consiglio di Stato per quella che lui considera “una battaglia politica e di civiltà per restituire dignità a tutti quegli animali che loro malgrado vengono impiegati negli spettacoli viaggianti facendoli vivere in situazioni innaturali”. E, ora, alza ulteriormente il tiro, annunciando che si rivolgerà al Presidente della Regione Nichi Vendola “affinché vengano emanati provvedimenti regionali per impedire l’esibizione di questo tipo di circhi su tutto il territorio pugliese”. Una battaglia che il sindaco brindisino non combatte da solo, e che vede opposti due diversi schieramenti che vanno ben al di là dei confini provinciali.
Da una parte, l’associazione di categoria dei circhi italiani, l’Ente nazionale circhi, che ha duramente attaccato Consales reo di essersi fatto interprete della volontà dei brindisini pur in assenza di un’esplicita presa di posizione da parte della cittadinanza. E naturalmente loro, gli artisti circensi. Famiglie dai cognomi famosi ed evocativi, i cui destini si sono spesso intrecciati tra loro: Orfei, Togni, Casartelli. Dalla loro parte, oltre a tutti quelli che – bambini in testa – subiscono il fascino di tigri, elefanti e affini, c’è la legge. Quella del 18 marzo 1968 (n.337), che “riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante”. E l’articolo 16 del D.P.R. del 21 aprile 1994 (n.234), che fissa le modalità e le forme per ritenere legittimi gli spettacoli con l’utilizzo di animali.
Dall’altra parte della barricata, a dare battaglia contro una pratica giudicata innaturale e violenta sono soprattutto alcune agguerrite associazioni animaliste: Enpa, LAV, Animal Amnesty. Proprio quest’ultima è stata protagonista a Ferrara di una dieci giorni di proteste contro il circo Orfei: “La vita di reclusione degli animali nei circhi – sostengono gli attivisti – è caratterizzata da stress, apatia e violenze”. Non sono i soli a pensarla così. Sono numerose, infatti, le amministrazioni comunali che, facendosi portavoce di una sempre più diffusa sensibilità animalista, hanno approvato ordinanze simili a quella disposta dal comune di Brindisi. Tra le altre, Parma, Bologna e Alessandria. Con il rischio, come avvenuto a Brindisi e ad Alessandria, di incorrere in annullamenti delle ordinanze da parte del Tar.
La legge è legge. E per ora, dà ragione a chi sostiene che gli animali siano parte integrante degli spettacoli circensi. La battaglia iniziata dal sindaco di Brindisi è lunga e potenzialmente rivoluzionaria. Perché riguarda un cambiamento culturale e di costume. Mimmo Consales sembra determinato a portarla avanti: “Il rispetto della vita e la tutela degli animali sono capisaldi del progresso culturale e sociale e su questo non faremo mai un passo indietro”.
Per il momento, però, quando il 20 settembre il circo Darix aprirà il suo tendone agli spettatori brindisini, chi lo vorrà vi troverà ancora cavalli, tigri ed elefanti pronti ad accoglierli ed emozionarli con le loro evoluzioni. Se ben disposti o no, nessuno lo sa. Perché in questa querelle, gli unici a non essersi ancora espressi sono proprio loro, gli animali.
(12 settembre 2013)