Maltrattamento di animali, detenzione incompatibile con le caratteristiche etologiche, danno ambientale e truffa: questi i reati contestati a due donne, L.M. e A. A., madre e figlia, che gestivano una pensione per cani e gatti a Bovolone (Verona), posta sotto sequestro insieme agli animali rinvenuti, venerdì scorso dagli agenti del Nipaf del Corpo Forestale, intervenuti su segnalazione della sede Lav di Verona.
Drammatico lo scenario che gli agenti si sono trovati davanti: 74 cani e una quindicina di gatti costretti al freddo nelle loro deiezioni, privi di acqua e cibo, affamati, sottopeso. Molti gli animali imprigionati nelle varie stanze della casa, disperati per la fame, in particolare una cagnolina e una gatta trovate dagli agenti con alcuni cuccioli morti.
Inoltre, sporcizia ovunque, immondizia sparsa sia all’interno che nelle pertinenze della pensione, nei cortili e nei box. Tutti gli animali sono affetti da parassitosi intestinale che ne hanno determinato uno stato di grave prostrazione. Alcuni presentano infezioni non curate. Una femmina di segugio, nonostante la corsa dal veterinario, è morta per disidratazione e ipotermia.
La maggior parte degli animali detenuti nella struttura provengono dalla Spagna e dal Sud dell’Italia, affidati alla pensione da associazioni o singoli volontari che li avevano tolti da situazioni di sofferenza, di randagismo o dai canili spagnoli. Il pm di Verona, Paolo Sachar ha nominato la Lav di Verona custode giudiziaria degli animali, con il compito di accudirli in attesa della riconsegna ai privati e alle associazioni. Lav e Corpo Forestale hanno immediatamente contattato il maggior numero possibile di persone e associazioni che avevano affidato gli animali alle due donne, per invitarli a trasferire altrove gli animali.