Richieste depositate per i vertici dell’Ulss 19 nell’inchiesta del “bovini dopati”. Per altre 18 persone udienza preliminare il 22 marzo. In tre hanno patteggiato
Sono state depositate il 17 dicembre scorso le richieste di archiviazione per i vertici dell’Ulss 19 e alcuni dipendenti del Dipartimento di prevenzione che erano stati indagati nella primavera del 2009, in un procedimento collegato all’inchiesta del sostituto procuratore Ciro Alberto Savino sui bovini “dopati” che, nell’ottobre 2007, aveva portato all’arresto di sette persone.
Al troncone principale, con indagini su un vasto giro di adulterazione alimentare, infatti, si era aggiunto nel tempo un altro filone, anche in seguito a esposti e denunce ricevute dalla Procura rodigina, che aveva chiamato in causa i livelli superiori dell’azienda sanitaria adriese. L’ipotesi di reato in base al quale erano stati raggiunti da avvisi di garanzia, tra gli altri, l’ex direttore generale Alberto Monterosso, l’ex direttore del dipartimento di prevenzione, Rino Cavallini, e l’ex coordinatore dei servizi veterinari, Marcello Gazzetta, era quello di omessa denuncia.
Gli accertamenti successivi avevano portato anche ad ispezioni disposte dalla Procura in alcuni macelli bassopolesani. Ora il magistrato, conclusa anche una serie di interrogatori, chiede l’archiviazione per i vertici aziendali e anche per altri tre veterinari del servizio. Il Pm conclude, infatti, questo filone d’inchiesta valutando che i fatti attribuiti agli indagati fossero connotati da “scarsa offensività” e che, in ogni caso, nel loro comportamento non ci fosse dolo.
Richiesta di archiviazione anche per una delle indagate della prima ora, Stefania Sparesato, veterinaria in servizio sempre all’Ulss 19, accusata di truffa al servizio sanitario per essersi timbrato il cartellino vicendevolmente col marito (Roberto Crepaldi, veterinario dello stesso servizio e indagato nell’inchiesta principale). Savino ha concluso che, poiché i due avevano a loro credito un ingente numero di ore straordinarie non pagate, il loro comportamento non abbia arrecato alcun danno economico all’azienda sanitaria. Se il giudice accoglierà le richieste del Pm queste figure usciranno definitivamente dall’inchiesta.
Per altri 18 indagati, invece, il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio e compariranno davanti al Gup Alessandra Testoni il prossimo 22 marzo. Altre tre persone hanno patteggiato a fine dicembre una pena di diciotto mesi
Il Gazzettino di Rovigo
7 gennaio 2011