I ragazzi di 21 e 26 anni, originari di Lecce e Viterbo, sono arrivati al pronto soccorso in preda a dolori lancinanti e problemi neurologici e poi sono risultati positivi al test del botulino. Sono in prognosi riservata
Sono in prognosi riservata e in condizioni critiche due studenti universitari fuorisede che sono stati ricoverati in ospedale a Perugia in seguito a una severa intossicazione alimentare da botulino. I ragazzi di 21 e 26 anni, originari di Lecce e Viterbo, sono arrivati al pronto soccorso in preda a dolori lancinanti e seri problemi neurologici e poi sono risultati positivi al test del botulino: avrebbero consumato prodotti alimentari provenienti da una delle due famiglie d’origine, che sono accorse immediatamente a Perugia.
Il botulino, il veleno naturale più potente per l’uomo, si nasconde in quanto ci sia di più innocuo all’apparenza, come le conserve della mamma: dai carciofini e le melanzane sott’olio alle olive in salamoia. E’ può essere letale già in piccolissime dosi, anche se gli episodi di avvelenamento sono rari. “In Italia si registrano ogni anno mediamente 20-30 casi, cinque dei quali mortali”, si legge sulle ‘Linee guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico’ sul portale del ministero della Salute.
Nel nostro Paese la prevalenza di intossicazione è più alta che altrove, perché abbiamo una radicata tradizione di conserve. Ma abbiamo anche la migliore capacità diagnostica. Dal 1995 vige la notifica obbligatoria presso il Centro di riferimento per il botulismo presso l’Istituto superiore di sanità (Iss). Quanto ai consigli, in primo luogo bisogna assicurare l’igiene personale e della cucina e ispezionare bene le materie prime: mai usare quelle che stanno quasi per andare a male.
Quindi è necessario sanificare correttamente i contenitori: non basta lasciarli per un paio di minuti in acqua bollente, ne servono 5-10. Una volta aperti, vanno conservati in frigo e per poco tempo, variabile a seconda del preparato: da poche settimane per la salamoia a quasi due mesi in caso di sottaceti. Meno a rischio sono le marmellate, per via dell’acidità della frutta e dello zucchero che costituiscono un terreno in cui è più difficile per il batterio proliferare.
Intervenire urgentemente con siero antibotulinico può salvare la vita, perché l’intossicazione può causare arresto cardiaco e respiratorio. Per questo è importante riconoscere i sintomi, che si manifestano circa 12-48 ore dopo l’ingestione del cibo contaminato, con scarsa mobilità oculare, difficoltà a mettere a fuoco, spossatezza, bocca asciutta, nausea e diarrea. Il tutto in assenza di febbre.
Repubblica – 21 giugno 2017