Nel mirino undici corsi a farmacia, agraria, veterinaria e scienze. Il Prorettore Franzini parla di provvedimenti precauzionali. Brambati, del Senato: “La situazione è critica”
Dal prossimo anno accademico arriverà il numero chiuso per undici corsi di laurea della Statale. La decisione – già passata attraverso i consigli di facoltà e il Senato accademico – attende ancora il via libera del nucleo di valutazione del ministero, ma l’obiettivo dell’ateneo di via Festa del Perdono è chiaro: mantenere le nuove matricole sotto tetti numerici accettabili in modo da evitare affollamenti poco gestibili, sia dal punto di vista logistico che della didattica. Colpa dei fondi sempre più scarsi che non consentono alle strutture universitarie di accogliere tutti.
Le facoltà interessate dalla “novità” sono soprattutto quelle scientifiche che nell’ultimo anno accademico hanno fatto registrare un forte aumento delle immatricolazioni. A Scienze – dove i neoiscritti sono aumentati del 15 per cento rispetto al 2009/2010 – cinque corsi hanno dovuto mettere il numero programmato. In due di questi il nuovo tetto è più basso del numero di matricole per l’anno 2010/2011: a Scienze biologiche, se il prossimo anno si dovesse presentare lo stesso numero di diplomati, soltanto 400 dei 653 aspiranti avrebbero accesso al corso, mentre al corso triennale in Biotecnologie industriali e ambientali entrerebbero solo in 100 su 141.
Discorso simile a Farmacia, dove tre corsi su quattro hanno dovuto ridurre. Avranno un tetto anche due corsi di biotecnologie, uno sotto la facoltà di Agraria (Biotecnologie vegetali, alimentari e agroambientali, con il limite a 40) e uno sotto Veterinaria, (Biotecnologie veterinarie, 75).
Sebbene dal punto di vista dei conti la Statale sia una delle università più virtuose d’Italia, i fondi dal ministero consentono a malapena di mantenere lo status quo e di certo non permettono aumenti: né di docenti, né di strutture didattiche. Nel caso di un nuovo boom di iscrizioni, quindi, l’ateneo non sarebbe in grado di reggere senza tetti.
“Ma si tratta comunque di limiti precauzionali – rassicura Elio Franzini, prorettore della Statale alla didattica – abbiamo cercato di lasciare numeri ampi che, ne siamo convinti, non avranno effetti sconvolgenti sull’effettiva possibilità di iscriversi”.
In Senato accademico e nei consigli di facoltà il provvedimento è passato all’unanimità, sebbene la posizione degli studenti non sia favorevole. “Non abbiamo fatto ostruzionismo perché la situazione del sistema è critica – spiega Alessandra Brambati, rappresentante nel consiglio di Scienze e in Senato accademico – mancano fondi e l’organizzazione dei corsi sta diventando un problema reale. Tuttavia non possiamo essere idealmente d’accordo con il numero chiuso: il diritto allo studio deve essere sempre tutelato”.
ansa – 29 aprile 2011