Pil negativo anche nel secondo trimestre: – 0,1%. Fisco, entrate – 0,8% Fiducia sulla PA. Il premier: con Padoan condivisione strategica. Un risultato scarso, «quasi invisibile»: per Confcommercio il bonus da 80 euro distribuito dal governo Renzi non ha smosso i consumi, non ha convinto le famiglie a spendere qualcosa in più.
Volendone misurare a tutti i costi gli effetti — dicono i negozianti — si può far conto solo sul debole 0,4 per cento dello scorso giugno rispetto alla stesso mese del 2013, e sull’ancor più fragile 0,1 per cento sul precedente mese di maggio. «Troppo poco rispetto alle attese» ha commentato il presidente Carlo Sangalli, provocando la piccata risposta del premier. «A quelli che sostengono che gli 80 euro non sono serviti, rispondo che ci sono 11 milioni di italiani che la pensano diversamente» ha detto Renzi. «C’è ancora molto da fare questo c’impone di essere ancora più decisi».
Il contesto, si sa, non è buono. Lo ha fatto notare Goldman Sachs (convinta che per l’Italia il recupero dello spread si sia fermato). Lo ha messo in chiaro il Dipartimento delle Finanze, calcolando un calo dello 0,8 per cento sulle entrate tributarie del primo semestre (194.797 milioni di euro). Lo dirà oggi l’Istat: le stime sul Pil del secondo trimestre si sono fermate al meno 0,1 per cento. Questo vuol dire che siamo tornati ufficialmente in recessione (anche se — tenuto conto della modesta ripresa dei consumi e degli investimenti esteri — si potrebbe pensare ad un ritorno al positivo già nel terzo trimestre).
Per il governo la via d’uscita passa attraverso le riforme. Ieri, fra stop and go, quella della pubblica amministrazione ha fatto un altro passo avanti. Sul testo continuano in realtà a consumarsi dure polemiche, in particolare riguardo alla norma — annullata nel passaggio al Senato perché considerata priva di copertura — sul pensionamento a “quota 96” di quattromila insegnanti. Il premier Renzi ha però chiarito ai suoi di «aver con il ministro Padoan una condivisione strategica» in materia, la bocciatura della norma, dunque «non è stato un errore del Tesoro, ma un blitz compiuto dal Parlamento».
Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha confermato che la copertura per la pensione degli insegnanti si troverà (mancherebbero una quarantina di milioni) e che “quota ‘96” sarà di nuovo inserita in un provvedimento a più ampio raggio sulla scuola che sarà presentato entro la fine di agosto. Il decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione — pur se con qualche pezzo in meno visto che le modifiche introdotte dalla Camera sono state cancellate — ieri ha comunque ottenuto il voto di fiducia al Senato, il diciottesimo del governo Renzi. Ora il provvedimento torna alla Camera, dove dovrà ottenere un via libera definitivo entro il 24 agosto.
Repubblica – 6 agosto 2014