Nessuna delle 750 mila donne perderà il diritto al contributo di 800 euro Ma una volta aperto il portale potrebbe essere intasato dalle domande
Un ritardo che tutti volevano evitare. Un ritardo per cui ora Inps e governo si rimpallano le responsabilità. A quasi tre mesi dall’entrata vigore non è ancora possibile fare domanda per il bonus “Mamma domani”, il contributo di 800 euro che la legge di Bilancio ha destinato alle prime spese legate alla nascita di un bebè, dagli esami pre-parto alla carrozzina. Come denunciato da
Repubblica, ad oggi l’Inps non ha predisposto la piattaforma per presentare la richiesta. Tempi tecnici, per costruirla ci vogliono dai due ai tre mesi. Ma che si sono dilatati anche per le lungaggini (e secondo l’Inps le indecisioni) della burocrazia ministeriale. Ora si lavora, dicono dall’Istituto, per renderla operativa ai primi di maggio. Con la struttura per il pagamento pronta verso metà del mese.
Ritardo annunciato, si scopre. Il 5 gennaio, mentre il ministro della Famiglia Enrico Costa presenta il nuovo bonus, 600 milioni di euro stanziati, il presidente dell’Inps Tito Boeri gli chiede di precisare i criteri per accedere alla misura. Elementi necessari per «garantire l’operatività nel tempo più ravvicinato possibile». Il testo della norma è stringato, neppure una decina di righe che si limitano a definire l’entità del bonus, 800 euro, e i beneficiari, le mamme che nel 2017 completano il settimo mese di gravidanza o adottano un bambino. Troppo generico da tradurre in pratica. Che certificati bisogna presentare? Le cittadine straniere ne hanno diritto? Tra le righe Boeri suggerisce di fare in fretta: messe nero su bianco le regole, ci vorranno altri tre mesi per realizzare lo sportello online.
La prima risposta del dipartimento Politiche per la famiglia arriva il 25 gennaio. Ma secondo l’Istituto per la previdenza non chiarisce tutti i dubbi, anzi. Per questo bonus Mamma i tecnici fanno infatti riferimento ai parametri utilizzati per il “vecchio” bonus bebè. Tra i quali però c’è anche una soglia di reddito. Secondo il ministero è chiaro che quel parametro non va considerato, il governo ha sempre ripetuto che la misura per le neo-mamme sarà universale. Secondo l’Inps c’è di che chiedere ulteriori delucidazioni. Che arrivano solo a inizio marzo, insieme a nuovi dettagli, come il raddoppio del bonus in caso di parto gemellare. Modifiche che costringono l’Istituto per la previdenza a rivedere in corsa la piattaforma telematica, con relativi ritardi.
Ora, al netto di ulteriori ripensamenti, i paletti della misura sono essere fissati. Nessuna delle mamme interessate, circa 750 mila, perderà il diritto al contributo. Ma per vedere la piattaforma online ci vorrà ancora qualche settimana: sarà possibile presentare le domande dai primi giorni di maggio, dice l’Inps, il sistema per rilasciare i contributi si attiverà verso il 15. Ma al ritardo già accumulato se ne potrebbe aggiungere altro. Appena aperto il portale dovrebbe essere invaso dalle richieste rimaste in sospeso in questo periodo. Per l’approvazione, il call center Inps avvertiva una mamma, ci vorranno come minimo due mesi. (fonte)
Repubblica – 21 marzo 2017