Da fine ottobre i prezzi di luce e metano potrebbero lievitare. Le previsioni di Nomisma Energia: «Stoccaggi al 90% ma resta il rischio razionamento»
Nell’ultimo trimestre dell’anno, quindi a partire da ottobre, le bollette elettriche in Italia potrebbero salire del 60%. E senza interventi del governo, addirittura del 100%. Quanto al gas, la bolletta per gli italiani potrebbe aumentare del 70% a fine ottobre. Sono le previsioni che fa Nomisma Energia, e la causa dei rincari è sempre la stessa: la corsa del prezzo del metano.
In compenso, arriva la notizia positiva che gli stoccaggi di gas in Italia sono arrivati al 90%, l’obiettivo che si era fissato il governo. Ma il rischio razionamento non è sventato: se l’inverno sarà rigido, e se la Russia chiuderà i rubinetti, tra febbraio e marzo potrebbe diventare necessario tagliare i consumi.
Nomisma stima che nel prossimo trimestre le bollette elettriche potrebbero aumentare di circa il 60%, con un nuovo massimo del prezzo dell’elettricità di 66,6 centesimi per kWh, 25 centesimi in più rispetto al trimestre precedente. Senza interventi del governo, l’impennata sarebbe addirittura del 100%.
«Dopo due trimestri in cui le bollette sono rimaste ferme grazie ai forti interventi del governo, l’Arera è costretta a rivederle al rialzo da ottobre, almeno per quelle dell’elettricità – spiega il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli –. Per quella del gas, occorre aspettare la fine del mese di ottobre, perché con il nuovo meccanismo approvato la scorsa estate, le variazioni saranno mensili e si determineranno con i prezzi effettivi del mese concluso». Per Tabarelli, «assumendo che i prezzi del gas al mercato italiano all’ingrosso PSV, molto più basso del TTF di Amsterdam, si stabilizzino su tutto il mese di ottobre, si avrebbe una variazione del 70% della tariffa del gas al tutelato, a 210 centesimi per metro cubo».
Sul fronte degli stoccaggi, è arrivata la notizia che l’Italia a fine settembre ha già riempito al 90% le sue riserve di gas. Il database Agsi+ di Gas Infrastructure Europe (Gie), l’organizzazione degli operatori europei delle infrastrutture del gas (gasdotti, depositi, rigassificatori) indica che le riserve nazionali di metano sono a 173,36 terawattora, l’89,62% della capacità complessiva. Un dato migliore di quello medio della Ue. Qui le riserve sono all’87,73%, 976,95 TWh.
Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto più volte che l’obiettivo del governo è arrivare al 90% degli stoccaggi entro l’autunno. Obiettivo raggiunto, si può dire oggi. Però, i pericoli non sono spariti. «Che gli stoccaggi nazionali di gas siano arrivati quasi al 90% è una buona notizia – spiega Tabarelli –, ma non ci permette di essere completamente tranquilli per l’inverno. Se ci saranno molti giorni freddi e il consumo aumenterà, a fine febbraio o inizio marzo potremmo essere costretti a razionare il gas. Questo inverno non potremo ancora contare sul nuovo rigassificatore di Piombino e sull’aumento della produzione nazionale. Se la Russia dovesse chiudere del tutto i rubinetti, la situazione sarebbe ancora più difficile».
Per evitare di arrivare al razionamento, il governo ai primi di settembre ha varato un piano di risparmi del gas per questa stagione fredda: meno 1 grado di riscaldamento negli edifici, 15 giorni in meno di accensione delle caldaie e 1 ora in meno al giorno (3,2 miliardi di metri cubi risparmiati); spinta alla produzione di energia da fonti diverse dal metano (2,1 miliardi); una campagna per promuovere comportamenti virtuosi da parte dei cittadini (2,9 miliardi). In totale, questo piano porterebbe una singola famiglia a risparmiare 607,58 euro all’anno in bolletta.