Neanche otto ore dal giuramento e Francesco Boccia, diventa protagonista della prima, durissima, polemica contro il Conte bis. «Vergogna assoluta», «traditori», grida il presidente leghista della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, contro il «governo dell’immigrazione selvaggia» che impugna una legge regionale perché alcune disposizioni sull’immigrazione «appaiono discriminatorie».
Ministro in mezza giornata voleva cambiare la politica sull’immigrazione?
«Ma assolutamente no».
E perché impugnare?
«Un atto dovuto. Era una legge scritta male. Violava una serie di altre norme».
Fedriga lo legge come atto simbolico pro-immigrati.
«Sembra quasi un’ossessione. C’erano deroghe su prati, urbanistica. Doveva essere riscritta per ammissione dello stesso Fedriga che ha chiesto di migliorarla».
Perché nel primo giorno?
«L’istruttoria era già stata preparata dagli uffici che sono politicamente incolori. E scadeva in giornata».
Un battesimo del fuoco per un ministro delle Autonomie. Era questa la «svolta» che auspicava?
«Al contrario. Io voglio pacificare il Paese».
Ma sull’Autonomia i pareri sono discordi.
«Sì, ma questo provvedimento non può essere usato strumentalmente per dividere. L’attuazione della Costituzione va fatta garantendo a tutti, indipendentemente da ceto e censo, adeguati livelli essenziali di prestazione».
Però il referendum ha indicato una via. Modificherà la riforma gialloverde?
«Ho grande rispetto del re ferendum. Ma dalle prime bozze, quel modello di ripartizione dei fondi su base regionale aumentava le disparità. Aveva una visione “lavoro-guadagno-pago-pretendo”. I livelli erano scomparsi».
E quindi?
«Va fatto uno sforzo per definire un modello da applicare per tutti. È possibile. E dico: facciamolo tutti insieme».
Tutti chi?
«Partirò da subito. Andrò ad ascoltare i presidenti delle tre Regioni che hanno promosso il referendum: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. E poi tutti gli altri».
Cosa si aspetta?
«Ammettere che alcune cose in quella riforma non andavano non è segno di debolezza, ma di intelligenza e rispetto per i cittadini. Lancio proprio un appello».
Che appello?
«Confrontiamoci senza pregiudizi o tesi precostituite».
Quello del Nord più efficiente lo reputa pregiudizio?
«Sì. Vengo dalla Puglia che negli ultimi 3-4 lustri ha dimostrato che c’è un Sud che non chiede oboli, non teme le sfide e pretende efficienza».
Era il suo primo giuramento. Come l’ha vissuto?
«Passo per uno freddo, invece ho sentito forte l’emozione. Ti passa davanti la vita. Tu, ragazzo di provincia, che parti. Le città. I sogni. I nonni che non ci sono più. I genitori. I figli che sono lì. La moglie, gli amici di sempre».
Che a Bisceglie, ieri sera, hanno festeggiato la nomina con un party a sorpresa.
Corriere della Sera