Oltre duemila i capi ovini morti e quattromila i contagiati, con l’infezione diffusa soprattutto in provincia di Oristano. Al momento la malattia non si è sviluppata in allevamenti bovini. Nel frattempo, l’Asl di Sassari ha istituito un tavolo di confronto permanente
In Sardegna, fin dallo scorso autunno, è in corso una diffusa infezione di blue tongue, malattia che colpisce tutti i ruminanti, ma che ha effetti devastanti negli ovini. I primi focolai accertati nelle campagne risalgono a ottobre, ma il clima mite di questo inverno ha favorito la circolazione del vettore. Se a novembre i focolai erano oltre 200, stando agli ultimi dati rilevati ora se ne contano ben 365, di cui 262 attivi. La regione ha stanziato 2 milioni di euro di fondi per i vaccini ed è stato istituito un tavolo di confronto permanente.
La malattia
La Blue tongue (Bt), detta anche febbre catarrale degli ovini, è una malattia infettiva dei ruminanti trasmessa da insetti vettori ematofagi appartenenti al genere Culicoides. Tutte le specie di ruminanti, sia domestiche che selvatiche, sono recettive alla malattia.
Gli ovini sono la specie più sensibile alla malattia, nella quale la Blue tongue si manifesta clinicamente nella forma più grave (fino a causare il decesso). Nei bovini e nelle capre, invece, l’infezione decorre, salvo poche eccezioni, in forma subclinica.
In Sardegna la malattia è ormai considerata endemica, ma a seconda delle annate può presentarsi con ondate epidemiche. Sebbene i sierotipi individuati nell’isola sono 5, alcuni possiedono una patogenicità più elevata. L’andamento stagionale, in particolare, è caratterizzato da una maggior distribuzione di casi in estate inoltrata, per raggiungere il picco epidemico tra la fine dell’estate e l’autunno, e decrescere quando le temperature scendono al di sotto dei 12°C.
La situazione in Sardegna
A fine novembre i focolai di blue tongue in Sardegna erano 219, dei quali 130 attivi. Ora, a distanza di quasi due mesi, per via delle temperature sempre miti, la situazione è peggiorata, con 365 focolai complessivi. In alcune parti dell’isola, come l’Oristanese, le rilevazioni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna fotografano una prevalenza del sierotipo 8. In questa zona, inoltre, si registra l’incidenza maggiore della malattia, con 2.163 capi ovini morti e 4.129 contagiati.
“Per fortuna ora il virus è in fase di regressione, condizione agevolata anche dalle condizioni climatiche delle ultime settimane e da altri fattori ecologici, che limitano l’attività dei vettori del virus rappresentati da moscerini del genere Culicoides. I numeri dei contagi sono comunque contenuti rispetto alle epidemie precedenti” ha spiegato Enrico Vacca, Direttore del servizio di Sanità Animale della Asl 5. “Solo nell’allevamento di Sedilo è stata riscontrata la presenza del già conosciuto sierotipo 4, mentre in tutti gli altri allevamenti si è diffuso il sierotipo 8, rilevato per la prima volta in Sardegna, ma anche in Italia, proprio in un allevamento di San Vero Milis, che ha trovato terreno fertile in capi non ancora immunizzati verso questo tipo di virus e pertanto particolarmente suscettibili alla malattia”.
Fondi per i vaccini
Per cercare di arginare la nuova epidemia, il Consiglio regionale ha approvato un emendamento alla variazione di Bilancio stanziando un fondo di due milioni di euro destinato all’Izs per l’approvvigionamento del vaccino contro il sierotipo Btv 8.
Un tavolo di confronto
Nel Nord della Sardegna, intanto, è stato istituito un tavolo di confronto permanente tra i vertici dell’Azienda sanitaria di Sassari, i rappresentanti degli allevatori e delle associazioni di categoria (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) e le associazioni di settore (Associazione Boes) per analizzare la filiera bovina, insieme all’Izs, con un particolare riferimento alle azioni da intraprendere a sostegno del settore per affrontare eventuali criticità, come i problemi legati alle limitazioni della movimentazione del bovino.
“La Sardegna è una regione con un’importante tradizione nella produzione di carne bovina, che rappresenta un settore strategico per l’economia locale. Tuttavia, la filiera è attualmente caratterizzata da alcune criticità, tra cui la presenza dell’epidemia di blue tongue da sierotipo 8, che, insieme, possiamo analizzare e gestire al meglio a tutela dei consumatori e della popolazione ma anche degli imprenditori del settore” ha detto ad apertura dei lavori Flavio Sensi, Direttore generale della Asl di Sassari.
“Nella piena condivisione con quanto previsto dal Trattato sull’Unione Europea (Tue) in materia di accordi commerciali, concepito per creare migliori opportunità di scambi e superare le barriere commerciali, come Azienda sanitaria riteniamo sia nostro dovere vigilare sul settore e nel bene della qualità del prodotto e degli allevamenti, limitare l’onere a carico degli allevatori e imprenditori a quanto strettamente necessario per la tutela della sanità pubblica veterinaria” ha commentato Francesco Sgarangella, Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria della Asl n. 1.
Tenuto conto del ruolo epidemiologico, della profilassi vaccinale, unitamente alla lotta all’insetto vettore, alla fine del primo incontro la Asl di Sassari si è impegnata a chiedere a Regione Sardegna di riservare una quota dei fondi, destinati all’acquisto del vaccino contro la Blue Tongue degli ovini, ai capi bovini oggetto di movimentazione verso zone indenni e in restrizione per sierotipi differenti. La nuova regolamentazione adottata di recente consente di modulare le azioni di lotta basate sull’analisi del rischio.
“In base a questo approccio, la direzione del servizio di sanità animale ha emesso un provvedimento sanitario condizionando la movimentazione degli animali in uscita all’esame della Pcr o con il vaccino, solo nelle aree a rischio di circolazione virale, consentendo la libera circolazione nel resto del territorio” ha concluso Giuseppe Bitti, Dirigente Veterinario del Servizio di Sanità animale.