Sono 72 i casi di Blue tongue confermati in data odierna in Veneto. La febbre catarrale ha colpito sino ad ora 33 bovini, 36 ovini, 2 caprini e un muflone. Le province interessate al momento sono tre: Belluno, Treviso e Vicenza. Ne dà notizia la Rete di sorveglianza epidemiologica regionale (www.resolveveneto.it). La Regione ha chiesto al Ministero di approvare un piano straordinario da 100 mila vaccini per ovini e caprini. E ha deciso che le vaccinazini dei bovini saranno invece a carico dei proprietari. “In tutto, sono stati messi a bilancio circa 80mila euro per affrontare l’emergenza, almeno metà della cifra sarà pagata da Roma”. Dura la reazione delle associazioni agricole Confagricoltura, Cia, Anpa e Ava che oggi hanno scritto alla Regione per denunciare i ritardi e il cambio di strategia nella gestione dell’emergenza Blue Tongue, con i costi dei vaccini dei bovini che verranno interamente messi a carico degli allevatori. A un mese dall’inizio dell’epidemia, inoltre, nelle province di Treviso e Vicenza non sono ancora partite le vaccinazioni.
Blue Tongue, ritardi e dietrofront sui vaccini. Lettera alla Regione di Confagricoltura, Cia, Anpa e Ava: “Dopo un mese siamo fermi al palo e il piano vaccinale coprirà solo le spese degli ovicaprini”
“A un mese dalla conferma dei primi casi di Blue Tongue siamo ancora fermi al palo e il piano vaccinale non è più esteso a tutte le specie coinvolte, come previsto nella riunione di due settimane fa, ma è stato ristretto ai soli ovicaprini”. E’ quanto denuncia Confagricoltura Veneto, che con Cia, Anpa e Ava ha inviato una lettera al governatore Luca Zaia, al vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, all’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan e all’assessore alla Sanità Luca Coletto per evidenziare le criticità che si stanno riscontrando nella gestione dell’epidemia.
La malattia, che ha colpito finora 72 animali in Veneto tra bovini, caprini e ovini nelle province di Treviso, Belluno e Vicenza, si sta estendendo a macchia d’olio destando preoccupazione negli allevatori, che con il divieto di movimentazione del bestiame dalle stalle rischiano ripercussioni sulle transazioni commerciali e sui prezzi dei capi da macellare. La decisione della Regione di coprire i costi vaccinali solamente per gli ovicaprini, confermata venerdì scorso in un incontro tra i servizi veterinari della Regione e le associazioni agricole, è un’ulteriore batosta per allevamenti già stremati dalla crisi, dai prezzi in caduta e dagli effetti negativi del mercato. Per oltre 100 mila tra vacche da latte e nutrici il vaccino e i costi veterinari saranno, infatti, a carico degli allevatori.
“Mutato lo scenario della Blue Tongue, con l’ampliamento delle zone interessate e la diffusione della malattia, registriamo un cambio di strategia della Regione, che non prevede più la vaccinazione dei capi di tutte le specie coinvolte – scrivono le associazioni -. Premesso che non condividiamo questa impostazione, che anche a detta dei servizi veterinari regionali ci precluderà la possibilità di ridiventare Regione indenne, chiediamo che la Regione Veneto trovi le risorse per coprire i costi del vaccino e della prestazione sanitaria e che il tutto sia coordinato da un’unica entità, che garantisca l’efficacia dell’organizzazione, del controllo e della verifica delle azioni intraprese”.
Le associazioni fanno presente che “anche la documentazione necessaria per la movimentazione degli animali all’interno delle aree di restrizione, considerato l’ampliamento delle zone interessate dall’epidemia, non dev’essere a carico degli allevatori”. Per l’emergenza sono previsti infatti un documento di accompagnamento specifico, il Modello 4, e una vidimazione obbligatoria dei veterinari ufficiali, che costituiscono un ulteriore balzello in una situazione già molto pesante, considerata la grande mole di animali che dovrà essere movimentata.
Le organizzazioni sottolineano infine l’importanza che la vaccinazione venga affidata ai servizi veterinari regionali e alle Asl, avvalendosi, eventualmente, della collaborazione dei veterinari liberi professionisti. “Siamo assolutamente contrari al delegare a terzi la gestione di un problema che riguarda la salute pubblica – rimarca Fabio Curto, presidente della sezione lattiero casearia di Confagricoltura Veneto -, che finirebbe per alimentare un business a nostre spese. Chiediamo che ci si adoperi il più possibile per evitare aggravi a carico delle stalle, lavorando in stretta collaborazione con gli allevatori con l’obiettivo di tornare allo status di Regione indenne”.
Attualmente le vaccinazioni sono partite solo in provincia di Belluno, su iniziativa delle Asl che hanno spinto per avere il via libera per i vaccini degli ovicaprini per far fronte all’emergenza. Ora si attendono le disposizioni regionali per continuare il programma con le vacche da latte. Nelle province di Treviso e Vicenza invece, è tutto fermo: le vaccinazioni non sono ancora iniziate in attesa delle decisioni della Regione.
27 settembre 2016
Tabella di sintesi dei focolai di Bluetongue confermati al 27 settembre
27 settembre 2016