L’epidemia di Blue tongue, i ritardi nelle vaccinazioni delle specie sensibili (problema sollevato dalle associazioni di categoria anche in questi giorni), e le carenze degli organici dei servizi veterinari delle Ulss sono al centro del dibattito politico. Sull’ultima questione si registra il deciso intervento dei consiglieri regionali Tosiani che hanno annunciato di aver presentato un emendamento al collegato alla legge di stabilità in discussione che prevede circa 100 assunzioni di medici veterinari nelle Ulss del Veneto. Ecco il testo dell’emendamento: “La Regione Veneto, a seguito della carenza conclamata di personale veterinario in dotazione presso le Ulss Venete e per tutelare il patrimonio zootecnico e l’agricoltura locale è autorizzata ad aumentare la dotazione organica del 30%. Le procedure concorsuali di assunzioni dovranno completarsi entro il 30 settembre del 2017”. La consigliera del M5s Patrizia Bartelle denuncia invece i ritardi ingiustificati nelle vaccinazioni del bestiame da parte della Regione e si appella direttamente al presidente Luca Zaia per sbloccare la situazione.
“La delibera di acquisto – afferma – resta in stand by, bloccata chissà perché nei corridoi di Palazzo Balbi, come se la ‘Blue Tongue’ più che un’emergenza sanitaria fosse solo una noiosa pratica finanziaria di routine da licenziare prima o poi. La verità è purtroppo sotto gli occhi di tutti: i focolai si sono allargati anche alla Lombardia, complice anche il mancato intervento del Veneto, con il vicino Friuli che invece è corso ai ripari in modo massiccio, rifornendosi peraltro nella stessa azienda che avrebbe dovuto operare qui e che è rimasta nel frattempo a corto di scorte. C’è l’assoluta necessità di vaccinare subito, per non trovarsi a primavera con la ripresa della circolazione degli insetti vettori e la ripresa del virus, cosa che rischierebbe a quel punto di mettere in ginocchio l’intera Pianura Padana che nella zootecnia ha uno dei suoi punti di forza ed eccellenza”.
Di seguito gli interventi integrali dei consiglieri regionali
Tosiani: “Blue tongue: situazione emergenziale, subito l’incremento del 30% dei veterinari nelle Ulss”
“La Regione ha bloccato i controlli sulla presenza della Blue tongue perché ormai sono inutili? La verità è che non c’era abbastanza personale nelle Ulss, ed ora chiediamo un incremento del 30% dei veterinari in Veneto”. Così i consiglieri regionali tosiani Giovanna Negro, Andrea Bassi, Maurizio Conte e Stefano Casali commentano lo stop ai controlli analitici negli allevamenti da parte della Regione e annunciano un emendamento al Pdl 194, il collegato alla Legge di Stabilità regionale 2017.
“Bisognava intervenire prima, come sosteniamo da mesi – commentano i tosiani – il morbo ormai si è diffuso a tal punto in Veneto che non ha nemmeno più senso verificare il numero dei focolai. Tra le cause che hanno portato a questa situazione emergenziale c’è la carenza di personale dei Servizi Veterinari nelle Ulss del Veneto, come avevamo già denunciato nelle nostre interrogazioni urgenti nei mesi scorsi e a cui stiamo ancora attendendo risposta dalla Giunta”.
“I veterinari dipendenti delle Asl in Veneto nel 2016 sono 342 – affermano i tosiani – meno di molte altre Regioni e quasi la metà rispetto alla Lombardia (dove sono 620). In Emilia Romagna sono 467, in Piemonte 427, in Campania 585, in Sardegna 362 e in Sicilia 406. Dati questi, forniti dal Sivemp in Commissione Sanità settimane fa. Questo sottorganico in Veneto è il motivo per cui ci troviamo oggi ad affrontare l’emergenza Blue Tongue che ha ormai superato i livelli di guardia, tanto da rendere inutili i controlli sui focolai.
Il nostro emendamento prevede: “La Regione Veneto, a seguito della carenza conclamata di personale veterinario in dotazione presso le Ulss Venete e per tutelare il patrimonio zootecnico e l’agricoltura locale è autorizzata ad aumentare la dotazione organica del 30%. Le procedure concorsuali di assunzioni dovranno completarsi entro il 30 settembre del 2017”.
“Il Sindacato Italiano veterinari di medici pubblica, organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa della dirigenza medico veterinaria e dei veterinari convenzionati con il Ssn – ricordano i consiglieri –avevano segnalato mesi la sottovalutazione dei compiti di sanità pubblica veterinaria, l’indebolimento ormai giunto a livelli senza precedenti degli organici dei servizi veterinari, il declassamento e l’impoverimento di personale della struttura regionale dedicata. Non è più garantito il turnover e l’età media si sta drammaticamente alzando. A questo si sono aggiunte le attività di contrasto all’epidemia di blue tongue che sono ricadute su servizi sottodimensionati negli organici. Una mole di attività di sorveglianza e controlli ufficiali urgenti che andavano assicurati (per la loro natura solo ed esclusivamente dai veterinari pubblici delle Ulss) ma ha messo in gravissima difficoltà i servizi.
Due le interrogazioni depositate dai tosiani nei mesi scorsi: “La numero 312 – spiegano i consiglieri – che chiede lumi alla giunta regionale sui piani di controllo e dotazioni organiche territoriali dei dipartimenti di prevenzione delle Ulss Venete (vogliamo sapere il numero dei controlli annuali effettuati dall’area sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, le non conformità riscontrate negli ultimi due anni, quanti veterinari sono in servizio effettivo nelle Ulss, ecc…) e la numero 317 sul problema della blue tongue e del trend negativo delle vaccinazioni per capire come sia stata attivata la campagna informativa e di sensibilizzazione ai vaccini a persone e animali da parte della Regione e in quali tempi e modi sia stato applicato il piano di prevenzione”.
“L’assessore alla sanità ha continuato a sottovalutare il problema e questo è il risultato –. concludono i quattro – Si è purtroppo verificata una gestione inadeguata dell’emergenza che ora potrebbe avere conseguenze pesantissime per la zootecnia del Veneto, danni economici e sanitari. Chiediamo dunque l’assunzione di almeno 100 nuovi veterinari in tutto il Veneto”.
Blue Tongue – Bartelle (M5S): “Ritardi e silenzi della Regione in materia di vaccini”
“A distanza di due mesi dalle prime promesse e di tre mesi e mezzo dall’inizio dell’epidemia, tutto è ancora bloccato”. Sono le parole della Consigliera regionale Patrizia Bartelle (Movimento 5 Stelle) che interviene, con una nota, sul caso ‘Blue Tongue’. “In rilievo, i ritardi ingiustificati in materia di vaccinazione del bestiame pur a fronte di una presa di posizione chiara e di ampie rassicurazioni rivolte agli operatori del settore. Già a metà settembre – ricorda Bartelle – i veterinari delle aziende sanitarie avevano sollecitato la Regione a procedere al più presto ad acquistare e distribuire i vaccini dopo i primi focolai di agosto scoppiati nel bellunese e nel trevigiano. Un finale d’estate particolarmente mite ha permesso la sopravvivenza a lungo degli insetti vettori che si sono estesi ben presto a 6 province su 7, tanto da far dichiarare il Veneto zona interamente di restrizione con un numero di casi che da inizio dicembre è arrivato a quota 373”.
“Il primo dei paradossi – prosegue l’esponente pentastellata – riguarda le specie animali: la Regione in un primo momento aveva annunciato che avrebbe provveduto all’acquisto dei vaccini per il solo patrimonio ovi-capino (circa 70mila dosi) ma dopo la rivolta delle associazioni di categoria gli assessori Pan e Coletto avevano corretto il tiro parlando di 1,7 milioni di dosi allargando quindi anche ai bovini. Il resto è storia: a fine ottobre viene presentato un piano vaccinale approvato dal Ministero della Salute, ma poi cala il silenzio, con i vaccini che non sono più arrivati e l’epidemia che ha continuato a infuriare”.
“La delibera di acquisto – continua la Consigliera – resta in stand by, bloccata chissà perché nei corridoi di Palazzo Balbi, come se la ‘Blue Tongue’ più che un’emergenza sanitaria fosse solo una noiosa pratica finanziaria di routine da licenziare prima o poi. La verità è purtroppo sotto gli occhi di tutti: i focolai si sono allargati anche alla Lombardia, complice anche il mancato intervento del Veneto, con il vicino Friuli che invece è corso ai ripari in modo massiccio, rifornendosi peraltro nella stessa azienda che avrebbe dovuto operare qui e che è rimasta nel frattempo a corto di scorte. C’è l’assoluta necessità di vaccinare subito, per non trovarsi a primavera con la ripresa della circolazione degli insetti vettori e la ripresa del virus, cosa che rischierebbe a quel punto di mettere in ginocchio l’intera Pianura Padana che nella zootecnia ha uno dei suoi punti di forza ed eccellenza”.
“La richiesta è chiara – conclude Bartelle – ossia un intervento diretto e immediato del governatore Zaia che, dopo le proteste di Coldiretti, tornata di recente alla carica, e di Confagricoltura – storia recente di un mese fa – ha fatto trapelare una prima, timida apertura”.
6 dicembre 2016