Sale la preoccupazione degli allevatori per l’emergenza Blue Tongue, l’epidemia che colpisce ovini, caprini e bovini. Dopo le province di Belluno, Treviso e Vicenza il virus ha colpito anche nel Padovano, dove è stato riscontrato il primo focolaio in una stalla di pecore. Il dilagare della malattia ha indotto il ministero della Salute ad emanare un provvedimento urgente che sottopone a misure restrittive non solo le zone colpite finora ma tutto il Veneto, vale a dire anche Verona, Rovigo e Venezia.
Le vaccinazioni obbligatorie, dunque, dovranno interessare tutte le province. Il ministero invita infatti ad adottare un programma vaccinale da attuare in modo uniforme in tutte le zone soggette a restrizione, per proteggere dalla forma clinica il patrimonio sensibile insistente nelle aree interessate attualmente dalla circolazione del virus della Blue Tongue. Le vaccinazioni devono riguardare non solo gli ovini e i caprini, per i quali il virus è letale, ma anche i vitelli soggetti a movimentazione da un’area all’altra. Il dilagare del virus ha indotto, inoltre, l’Unità organizzativa regionale veterinaria a emanare una nota con la quale aveva esteso il controllo dei campioni di latte a tutti gli allevamenti del Veneto. Tutte le aziende di vacche da latte dovranno essere controllate mediante un prelievo di tre campioni di latte a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro.
“L’emergenza Blue Tongue sta diventando sempre più pesante – dice Fabio Curto, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto -, con gravi danni diretti e indiretti per gli allevatori. Ora che tutto il Veneto è diventato zona di restrizione è necessario più che mai definire una strategia unitaria e precisa nel gestire la situazione. Ad oggi, invece, regna la più totale incertezza. Con la Regione era stato stabilito un percorso condiviso di vaccinazioni, ma a quasi due mesi dalla scoperta del primo focolaio nel Bellunese non ci sono disposizioni certe sulle vaccinazioni, non c’è coordinamento tra diverse Ulss e gli allevatori stanno sborsando i soldi di tasca propria per vaccinare gli animali. All’annuncio della Regione di coprire i costi dei vaccini dei bovini, oltre che per gli ovini, non è seguita la delibera per lo stanziamento dei fondi. Perciò abbiamo chiesto, insieme alle altre associazioni di categoria, un nuovo incontro in Regione agli assessori Luca Coletto e Giuseppe Pan per verificare come si sta procedendo e quali sono le strategie per puntare all’eradicazione del virus dal territorio”.
L’epidemia è partita il 30 agosto, quando è stato segnalato un sospetto caso clinico in un gregge di ovini vagante ad Alano di Piave, nella provincia di Belluno. Il caso, con sierotipo isolato BTV4, è stato confermato dal Centro di referenza nazionale per la malattia. In seguito i focolai del virus sono stati riscontrati nelle province di Treviso e di Vicenza. I focolai in Veneto sono attualmente 159 (aggiornamento al 13 ottobre), di cui 49 in provincia di Belluno, 85 a Treviso, 24 a Vicenza e 1 a Padova. Complessivamente sono coinvolti 47 Comuni. I focolai sono stati riscontrati in ovini (68), bovini (87), caprini (3) e selvatici (1 muflone).
17 ottobre 2016