Emanata da Bruxelles la direttiva che prescrive l’impiego di vaccini inattivati anche fuori dalle aree dove sono presenti focolai della malattia. Intanto la Russia, preoccupata per lo Schmallenberg virus, chiude le frontiere
I vaccini inattivati hanno già dimostrato un elevato grado di efficacia e di sicurezza. Cambiano le norme per la vaccinazione degli ovini contro la febbre catarrale maligna, più conosciuta come blue tongue. La decisione arriva dopo la risoluzione del Parlamento europeo del 14 febbraio e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 21 marzo della direttiva che stabilisce le nuove regole per la profilassi di questa malattia. Le norme sulla vaccinazione contro la blue tongue erano state fissate già nel 2000 con la direttiva 75/2000/CE che prescriveva l’impiego di vaccini vivi o attenuati, gli unici disponibili all’epoca. Ma verso i quali si sono levate molte critiche da parte degli allevatori per le possibili conseguenze negative. Con lo sviluppo dei nuovi vaccini inattivati, decisamente più sicuri, le campagne di vaccinazione del 2008 e poi del 2009 hanno fornito ottimi risultati, tanto da indurre il legislatore europeo a rivedere le norme in materia.
Via libera alle vaccinazioni
In particolare la direttiva prevede che l’impiego dei vaccini inattivati possa avvenire anche al di fuori delle zone dove la comparsa di focolai ha imposto restrizioni allo spostamento degli animali. L’impiego dei vaccini attenuati resta possibile laddove si presentino nuovi sierotipi virali contro i quali non siano ancora disponibili i vaccini di nuova generazione.
Bisogna fare in fretta
Ora la parola passa ai singoli Stati membri ai quali la direttiva impone di emanare entro il 23 settembre le disposizioni legislative necessarie per adeguarsi alle disposizioni impartite da Bruxelles. Ma si spera che i tempi siano più stretti, visto che la febbre catarrale maligna è veicolata da un moscerino ematofago del genere culicoides e che con l’avanzare della primavera e il conseguente moltiplicarsi di questi insetti, si avranno le condizioni per una più facile diffusione del virus.
E la Russia chiude le porte
Ma c’è un altro virus che preoccupa gli allevamenti, anche questo diffuso da insetti, lo Schmallemberg virus che ha fatto la sua comparsa in sette Stati membri, compresa l’Italia. Il timore del diffondersi di quest’ultima malattia ha convinto le autorità sanitarie russe a sospendere le importazioni di animali vivi dai paesi dell’unione. A giustificazione di una decisione che ha importanti ripercussioni anche sotto il profilo commerciale, il Servizio federale russo per la veterinaria Rosselkhoznador ha lamentato la mancanza di informazioni dettagliate da parte della Ue circa la diffusione sia dello Schmallenberg virus, sia del virus della blue tongue. Le preoccupazioni di ordine sanitario esistono (forse), ma non sarebbe la prima volta che motivazioni di carattere sanitario vengono prese in prestito per giustificare decisioni dettate da opportunità di carattere economico
Agronotizie – 22 marzo 2012