Nonostante l’autunno inoltrato, non accenna a “scomparire” il virus della lingua blu in Sardegna. Il prolungamento anomalo delle temperature estive anche a ottobre ha causato alcuni disagi nelle campagne con la comparsa di una quarantina di focolai accertati di blue tongue.
Blue tongue: di cosa si tratta?
La Blue tongue (“lingua blu”), detta anche febbre catarrale degli ovini, è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti sostenuta da un virus del genere Orbivirus.
Il virus viene trasmesso da moscerini appartenenti al genere Culicoides, che costituiscono quindi i vettori della malattia.
Praticamente tutte le specie di ruminanti – domestiche e selvatiche – sono recettive alla Bluetongue. Ma non tutte si ammalano.
Tra quelle domestiche, negli ovini la Blue tongue si manifesta clinicamente nella forma più grave (fino a causare il decesso). Mentre nei bovini e nelle capre l’infezione decorre, salvo poche eccezioni, in forma subclinica.
Tra i ruminanti selvatici, per quanto riguarda invece le specie presenti nel nostro territorio, nella maggior parte di esse l’infezione è di solito inapparente.
Fa eccezione il muflone, nel quale la presenza del virus è stata associata a forme cliniche simili a quelle della pecora e a episodi di mortalità.
Blue tongue: un’eccezione, ma la situazione è sotto controllo
Venendo al caso della Sardegna, come dichiarato dal direttore generale dell’Istituto zooprofilattico locale Giovanni Filippini all’Ansa, “la situazione territoriale è assolutamente sotto controllo, visto che si tratta di circa 60 casi su 13mila allevamenti, quindi non parlerei di emergenza anche perché le temperature si sono già abbassate limitando fortemente la circolazione del vettore”.
Un’altra quindicina di casi individuati sono stati inviati al centro di riferimento nazionale di Teramo per la conferma. “Attualmente abbiamo rilevato la presenza del sierotipo 4 e stiamo attendendo le ultime analisi da Teramo”, ha aggiunto Filippini.
Gli allevatori chiedono indennizzi alla Regione
Secondo il Centro studi agricoli, “i capi morti accertati di ovini sono a oggi oltre cento nelle zone del Nuorese, Ogliastra, Bassa Gallura, Sulcis e anche nel Sassarese”.
Questo “nonostante si sia provveduto ad eseguire le vaccinazioni sui capi di rimonta, vaccinazioni obbligatorie ed eseguite dai servizi veterinari pubblici”, osserva il presidente, Tore Piana.
“Come associazione agricola, siamo molto preoccupati per la situazione che si sta verificando. Ora confidiamo molto sulla prevenzione e sul calo delle temperature, che rallenterebbe la circolazione dell’insetto vettore. Ma chiediamo agli assessorati regionali alla Sanità e Agricoltura di predisporre tutte le misure di indennizzi previste dalla Legge, per tutte quelle aziende agricole colpite dal virus”.