La decisione del Governo di prorogare al 31 dicembre 2014, ma di fatto a tempo indeterminato, le misure restrittive nei confronti dei dipendenti pubblici, e quindi dei Medici e dirigenti sanitari del SSN, colpisce al cuore servizi fondamentali quali la sanità e l’istruzione.
Troise (Anaao): “Ma le ‘pensioni d’oro’ non si toccano”
Nuovo blocco dei contratti. E’ la solita politica. Quella che penalizza sempre e comunque il lavoro pubblico, e niente importa se questo viene effettuato a tutela di beni e diritti che la costituzione definisce fondamentali
La decisione del Governo di prorogare al 31 dicembre 2014, ma di fatto a tempo indeterminato, le misure restrittive nei confronti dei dipendenti pubblici, e quindi dei Medici e dirigenti sanitari del SSN, colpisce al cuore servizi fondamentali quali la sanità e l’istruzione.
Il Governo motiva la proroga del blocco delle retribuzioni pubbliche come:“misura necessaria per la particolare contingenza economico-finanziaria, che richiede interventi non limitati al solo 2013”. E, candidamente, il ministro della Funzione Pubblica D’Alia ammette di “non avere” i 7 miliardi (cifra per la verità inverosimile, se riferita al 2014) che costerebbero allo Stato i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego, fermi dal 2009. Dimenticando i 13 miliardi l’anno a spese dello Stato per le cosiddette “pensioni d’oro”, i trattamenti economici dei super-manager, di Stato e non, le rendite finanziarie. Intoccabili, non perché non si può ma perché non si vuole.
“Tredici miliardi di qua e sette miliardi di là. Due cifre, due storie. Due pesi e due misure”, come ha scritto giustamente il direttore di Quotidiano Sanità. Ma una sola politica: quella che penalizza sempre e comunque il lavoro pubblico, e niente importa se questo viene effettuato a tutela di beni e diritti che la
Contratti. Lucà (Fassid): “Nessuna trattativa senza aumenti economici”
Dopo la decisione di ieri del Cdm non c’è da parte nostra alcuna possibilità di sederci a un tavolo sulla normativa finché saremo legati mani e piedi dal punto di vista degli aumenti. Se vogliamo discutere, partiamo dalla parte economica, altrimenti non sarà possibile trovare margini di trattativa
A quanto pare ci siamo giocati un’altra tornata contrattuale. In barba alle rassicurazioni del ministro Lorenzin che ci aveva promesso di valutare attentamente la nostra situazione, il Consiglio dei ministri ha nuovamente prorogato il blocco della contrattazione estendendolo a tutto il 2014.
Non si tratta di un semplice danno economico, ma dell’ennesima dimostrazione di quanta poca attenzione ci sia nei confronti della sanità. Vuol dire non comprendere le nostre specificità e gettarci nel calderone del pubblico impiego.
Come infatti avevamo spiegato al ministro della Salute, esistono dei fondi di crescita aziendali che sono frutto dell’organizzazione interna delle aziende e che non richiedono esborsi né dallo Stato né dalle Regioni. Tali fondi potrebbero servire a garantire il finanziamento di voci come l’indennità di esclusività o gli scatti di anzianità, ma il rinnovo del blocco tout court, va a strozzare anche queste possibilità, rendendoci di fatto tutti più precari.
Adesso ci chiedono di sederci al tavolo sulla normativa contrattuale. Con quali prospettive, chiediamo noi? Come possiamo discutere con chi, bloccando la crescita interna, dimostra di non comprendere le nostre dinamiche contrattuali?
Sia chiaro, non c’è da parte nostra alcuna possibilità di sederci a un tavolo sulla normativa finché saremo legati mani e piedi dal punto di vista degli aumenti. Se vogliamo discutere, partiamo dalla parte economica, altrimenti non sarà possibile trovare margini di trattativa.
Contratti. Papotto (Cisl Medici): “Su blocco retribuzione si rimane sgomenti”
Dura critica del segretario alla decisione del Governo di bloccare le retribuzioni fino a tutto il 2014. “Eravamo convinti che un governo politico, a differenza di quello tecnico, affrontasse con serietà e disponibilità i problemi della Pubblica Amministrazione e in particolare quelli della Sanità. Si rimane sgomenti”.
“Si rimane sgomenti per l’adozione del regolamento da parte del Governo che blocca i contratti del Pubblico Impiego per il 2014- È quanto afferma in una nota Biagio Papotto, Segretario Generale Cisl Medici, che ha così proseguito: “Eravamo convinti che un governo politico, a differenza di quello tecnico, affrontasse con serietà e disponibilità i problemi della Pubblica Amministrazione e in particolare quelli della Sanità. I contratti dei dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale sono fermi dal 2009 a nulla è valsa la protesta del 22 Luglio u.s. dove si chiedeva con forza lo sblocco dei contratti. Nulla si fa per recepire fondi dagli sprechi e dal malaffare che continuano ad imperare nella gestione della salute pubblica”.
“Continuiamo – prosegue Papotto – ad avere la sensazione che il Sistema Sanitario Nazionale venga messo in discussione giornalmente e in particolare il ruolo dei dirigenti medici e sanitari che in questi anni li ha visti in un continuo stato di impoverimento professionale”.
“L’autunno – conclude il Segretario della Cisl Medici – si presenta per i dirigenti medici e sanitari molto caldo, attiveremo tutte quelle iniziative che vanno in difesa del ruolo e della professionalità”.
10 agosto 2013