Davanti alla Statale si sfiora la rissa: «Così danneggiano gli animali». Per contestare il blitz degli animalisti che sabato con la loro protesta hanno ottenuto la «liberazione« di un migliaio tra topi e conigli da laboratorio, ieri sono in scesi in piazza a Milano i ricercatori, gli studenti, gli addetti ai lavori.
I due gruppi si sono quasi fronteggiati davanti il Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano. La presenza delle forze dell’ordine ha impedito che si andasse oltre gli slogan, le minacce e qualche parola di troppo.
«Queste persone non si rendono conto che liberando topi e conigli usati in laboratorio non solo creano un danno economico all’università, ma danneggiano anche lo stesso animale – ha detto Andrea Tosini, uno degli studenti -. Si tratta infatti di esemplari con un sistema immunitario più basso, incapaci di vivere liberamente e forse anche con malattie infettive’. «Siamo scesi in piazza – ha inoltre precisato Massimiliano Filippi segretario FederFauna tra i promotori della manifestazione di stamattina – proprio perché dopo tanti e vani tentativi di dialogo pacifico in difesa dei lavoratori, del diritto alla salute e alla sanità pubblica ci siamo sempre visti rispondere con prevaricazioni e prepotenza».
L’altra sera, dopo un’occupazione del laboratorio durata circa 10 ore, gli attivisti sono riusciti a portate via dentro diversi scatoloni i primi 200 roditori e una decina di conigli. Gli altri li preleveranno nelle prossime ore. «È stato il risultato di un accordo raggiunto con il dipartimento» – hanno spiegato oggi gli animalisti, di cui fanno parre anche esponenti del Coordinamento Fermare Green Hill. Un accordo quasi forzato per i responsabili del laboratorio di via Vanvitelli. Quando gli attivisti infatti sono riusciti a penetrare nel laboratorio, cinque di loro si sono incatenati alla porta impedendo quindi l’ingresso a chiunque. Gli altri hanno aperto le gabbiette, scambiato di posto topi e conigli messo in disordine etichette e documentazione. «Un puzzle scombinato, dall’impossibile ricostituzione», hanno definito la loro azione oggi. In effetti gli animali sono diventati così `inservibili´ per continuare la sperimentazione.
«I laboratori sono universitari e hanno tutte le autorizzazioni per fare quello che fanno – ha detto oggi uno dei ricercatori che protestava -. È inammissibile che nessuno abbia fatto niente per impedire che questi animalisti entrassero e rubassero animali da migliaia di euro, rovinando anni di studi a favore dei malati e di chi soffre».
Per gli attivisti ora si pone il problema non secondario e non facilmente risolvibile di come sistemare topi e conigli `liberati´.
La Stampa – 22 aprile 2013