Dal Corriere della Sera. Filippo Anelli, presidente della federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), perché invoca il lockdown generalizzato per un mese?
«Perché sono preoccupato, spaventato», risponde trafelato, a fine serata.
Spaventato da cosa?
«Se continua così il Servizio sanitario nazionale non può farcela. Ogni posto letto dedicato al Covid viene tolto ai malati con altre patologie, volgarmente chiamate ordinari. Altro che ordinari. Hanno tumori del pancreas, ictus, gravi cardiopatie. Già adesso ci sono ritardi accumulati e migliaia di pazienti finiranno in coda».
Non è convinto dell’efficacia delle zone a colori?
«Possono anche essere efficaci e spero con tutto il cuore, da medico e cittadino, che questo sistema riesca a rallentare la velocità dell’epidemia che mette paura. Non è però stato sicuramente efficace il modo in cui è stato spiegato alla gente il significato delle zone con i colori».
Cioè?
«Gli italiani non hanno capito che finire in zona gialla, dove le misure di mitigazione sono meno strette che nelle arancioni e rosse, non equivale a poter fare il comodo proprio. Le immagini dei centri storici affollati sono raccapriccianti. È la riprova che la gravità della situazione del nostro Paese non è stata compresa. Il peggio deve ancora venire».
Quando arriverà il peggio?
«Fra Natale e l’inizio del 2021 i casi di influenza si sommeranno a quelli di Covid e i pronto soccorso saranno pieni di persone con gli stessi sintomi e la paura di aver preso il coronavirus. Noi siamo ancora in tempo di evitare tutto questo con un lockdown esteso a tutta Italia, della durata di un mese. L’alternativa è che il servizio sanitario alzi bandiera bianca».
Lei parla da medico, ma non pensa a ristoratori, commercianti, a tutti i cittadini che con le chiusure parziali possono almeno continuare a far sopravvivere le loro attività?
«Credo che anche per loro sia più importante far sopravvivere familiari con malattie croniche che rischiano di non poter essere curati tempestivamente».
Che risultato potrebbe avere un nuovo blocco totale?
Con il blocco totale in un paio di settimane si avrebbe il picco e poi comincerebbe la discesa
«In un paio di settimane si potrebbe raggiungere il picco della seconda ondata e così comincerebbe la discesa con il progressivo decongestionamento degli ospedali».
Oppure?
«I dati ci dicono che se non si dovesse raffreddare questa curva fra 30 giorni avremo altre 30 mila persone in ospedale, le rianimazioni supererebbero i 5 mila posti occupati. Se il trend dovesse essere quello dell’ultima settimana, si potrebbero contare 10 mila morti in più».
Negli ospedali gli organici sono stati potenziati grazie anche alle disposizioni dei Dpcm sull’emergenza?
«Fra personale medico e infermieristico abbiamo 6-7 mila operatori sanitari in più, calcolando anche gli ingressi degli specializzandi al quarto e quinto anno».
In piena emergenza i medici non dovrebbero collaborare anziché criticare?
«Le mie non sono critiche, sono sfoghi, stimoli, appelli. E non posso non denunciare il fatto che in molte regioni medici specialisti vengano utilizzati come internisti per coprire gli organici dei reparti Covid. In Piemonte i medici devono svolgere anche mansioni da infermieri per mancanza di personale».
Dopo il suo sfogo pubblico ha avuto contatti col governo?
«Mi ha chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Mi ha detto che condivide la mia preoccupazione ma che ha fiducia sugli effetti di questi provvedimenti».
Lei è medico di famiglia a Bari. Cosa ci racconta?
«Può farmi un’altra domanda per favore? O preferisce che apra un nuovo capitolo di sfoghi?».