Ai primi tre posti Emilia Romagna, Lombardia e Toscana. In fondo alla classifica, due Regioni del Sud, Puglia e Molise. Risultati scontati? Non tutti. Perché nell’analisi del Rating pubblico — un modello di valutazione qualitativa delle Pubbliche amministrazioni — delle 15 Regioni a Statuto ordinario, relativamente ai bilanci, spuntano anche due sorprese. La prima che emerge dalla classifica elaborata dalla Fondazione Etica con la Luiss è positiva: il quinto migliore Rating pubblico dei bilanci appartiene alla Campania, che viene subito dopo il Piemonte e con un risultato sostanzialmente analogo a quello del Veneto: tutte con un giudizio «good». Al contrario, nell’altra parte della graduatoria, c’è la sorpresa negativa: il terzultimo posto va alla Liguria, sullo stesso livello di Basilicata, Calabria e Lazio, tutte con un giudizio «satisfactory».
Come si spiega la doppia sorpresa? Da anni la Campania, come il Lazio e tutte le Regioni del Sud (Basilicata esclusa), è soggetta al Piano di rientro del disavanzo sanitario, sotto il controllo del ministero dell’Economia. E questo, nel medio periodo, ha portato a un miglioramento in termini di dati di bilancio. Nulla a che vedere con la qualità del servizio sanitario fornito, si parla di numeri. In particolare della limitata incidenza sulle spese correnti dei costi del personale (8,1% su 9,7 di media delle 15 Regioni) e degli organi istituzionali (1,1% su 2,4 di media); della minore pressione finanziaria pro capite (2.115,37 euro su 2.233,53 di media); dell’elevata capacità di spesa (82,9% su 80,6 di media); e dell’avanzo sanitario pro capite (+5,3 euro a fronte di -17,8 di media). Per la Liguria, al contrario, la bassa posizione in classifica è da mettere in relazione all’elevata rigidità della spesa (6,8% su 5,5 di media), all’eccessiva dipendenza dai trasferimenti statali (14,4% su 11,7 di media) e al rilevante peso della spesa per rimborso prestiti (5,4% su 3,6 di media) e per gli organi istituzionali (3% su 2,4 di media).
Anche il primato dell’Emilia Romagna è in parte sorprendente. Non perché risulti la migliore tra le Regioni italiane, essendo conosciuta la solidità della sua capacità amministrativa; quanto, piuttosto, per i livelli raggiunti: un punteggio di 85 su 100, da eccellenza.
Prevedibili, invece, per gli estensori dell’analisi, gli ultimi posti di due Regioni del Sud: il Molise, che con 39 su 100 si colloca in classe di Rating «poor» (quella immediatamente precedente la «fallible» e, dunque, da monitorare attentamente) e la Puglia, che però riesce almeno a salire in classe «weak». La Puglia può consolarsi con la minore pressione fiscale, con 1.608,91 euro pro capite a fronte degli oltre 2.400 di Lazio e Basilicata, e con il minore indebitamento pro capite (600,20 euro su 1.359,25 di media).
corriere