(Arv) Venezia 26 ott. 2010 – Un saldo finanziario negativo nel 2009 pari a oltre mezzo miliardo di euro e un aumento degli impegni di spesa a destinazione vincolata a cui far fronte nel 2010 per oltre 300 milioni di euro: sono i due elementi che caratterizzano la manovra di assestamento del bilancio della Regione Veneto per l’anno corrente. Una manovra, presentata oggi dall’assessore di comparto Roberto Ciambetti (Lega) alle commissioni riunite del Consiglio veneto, che fa perno sul ricorso all’indebitamento per 938,8 milioni di euro, portando così la Regione Veneto – ha spiegato l’assessore – a raggiungere la capacità teorica massima per la contrazione di mutui per nuovi investimenti. Oltre ad assicurare l’equilibrio finanziario ai conti della Regione, la manovra licenziata dalla Giunta – ha spiegato Ciambetti – effettua alcune variazioni minime, di tipo compensativo, tra i diversi capitoli di bilancio. “Ho chiesto a tutti gli assessori di verificare – ha spiegato Ciambetti – le somme non impegnate entro la fine dell’anno nei propri settori di competenza per convogliarle su quattro interventi prioritari per il 2010: 1) l’istituzione di un fondo di garanzia di 35 milioni di euro a favore del credito alle piccole e medie imprese, da affidare in gestione a Veneto Sviluppo in collaborazione con i Confidi e le banche; 2) lo stanziamento di 5,1 milioni di euro per ripianare la “sgradita sorpresa” del disavanzo accumulato dall’Agenzia regionale per l’ambiente; 3) una ulteriore integrazione di 4 milioni di euro per il trasporto pubblico locale su gomma e su acqua; 4) e infine 3,3 milioni di euro per far fronte a “promesse di finanziamento non mantenute” nei confronti delle fondazioni culturali Arena di Verona e Fenice di Venezia”. L’assessore non ha nascosto le difficoltà dell’attuale congiuntura economica per le Regioni, chiamate a tagliare 8,5 miliardi di euro dai propri bilanci tra il 2011 e il 2012 e a sperimentare nuove forme di autonomia finanziaria. “Allo stato attuale delle proiezioni sull’applicazione del federalismo fiscale – ha confermato Ciambetti – il Veneto riceverà 358 milioni di euro in meno di trasferimenti statali nel 2011 e circa 400 in meno nel 2012. Il prossimo bilancio di previsione dovrà essere quindi all’insegna del risparmio, della riduzione delle spese accessorie e del taglio agli sprechi. Per ora in Giunta non abbiamo ancora discusso l’eventualità di renintrodurre l’addizionale Irpef, ma bisogna ricordare che l’eventuale gettito (quantificabile nell’ordine di 120-140 milioni di euro) potrà essere impegnato solo nella spesa sociosanitaria e non risolve quindi il problema dei tagli ai trasferimenti statali che incidono soprattutto nei settori della mobilità, istruzione e formazione, tutela del territorio, salvaguardia di Venezia e della sua laguna”. Le preoccupazioni per il quadro finanziario della Regione sono state il denominatore comune del dibattito che si è sviluppato tra consiglieri e assessori. Franco Bonfante (Pd) ha sottolineato la contraddizione tra l’elevata capacità di spesa della Regione, che risulta aver già impegnato il 98 per cento delle proprie poste di bilancio, con le sofferenze di creditori e fornitori della Regione che lamentano lunghissimi tempi di attesa per riscuotere quanto loro dovuto. Bonfante ha inoltre invitato la Giunta a quantificare come e dove andranno maggiormente a incidere i tagli che, stando alle cifre fornite dall’assessore, ammontano a circa un terzo dei trasferimenti statali sinora garantiti. “L’esaurimento della capacità teorica di indebitamento – ha aggiunto Piero Ruzzante, Pd, vicepresidente della commissione Bilancio – significa che la Regione Veneto non è più in grado di affrontare spese di investimento di medio e lungo periodo. Ma le preoccupazioni maggiori – ha aggiunto – sono per i tagli al trasporto pubblico locale, servizio già attualmente sottofinanziato e quindi non all’altezza dei livelli minimi di qualità ed efficienza da garantire agli utenti. Le alternative sono due: o tagliare ulteriormente i servizi o aumentarne il prezzo, attraverso il rincaro dei biglietti e nuove tasse. Ma come sarà possibile far pagare di più gli utenti per servizi decisamente carenti e insufficienti?”. Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra Veneta) ha denunciato il mancato rispetto da parte della Giunta delle indicazioni di spesa espresse dal Consiglio: “La Giunta non può dirci – ha dichiarato – che stanzia 35 milioni di euro in più per le piccole e medie imprese e, al tempo stesso, congelare o dirottare altrove i 10 milioni di euro stanziati per decisione unanime di questo Consiglio con la legge finanziaria 2010 a favore dei cassaintegrati e dei lavoratori autonomi”. Pettenò ha contestato inoltre l’affidamento del fondo di garanzia per le Pmi alla finanziaria regionale Veneto Sviluppo. “In assenza di un piano puntuale d’intervento non capisco perché la Regione debba erogare soldi per fare supplenza a quello che dovrebbero fare le banche, azioniste al 49 per cento di Veneto Sviluppo”. Ragionamento simile a quello svolto in aula dal capogruppo Stefano Valdegamberi che ha denunciato il comportamento contradditorio della Regione che, da un lato, ritarda anche di anni i pagamenti alle imprese fornitrici, e dall’altro stanzia risorse per garantire il credito bancario alle imprese. “La Regione cominci, invece – ha invitato l’esponente Udc – a onorare in tempo gli impegni di spesa, invece di mettere in ginocchio tante imprese e di consegnarle così allo strapotere delle banche”. Quanto alle minori risorse che arriveranno da Roma per il trasporto pubblico locale e le altre spese vincolate, Valdegamberi ha invitato la Giunta a “tagliare gli sprechi e non i servizi”, evitando i “tagli lineari” e adottando invece “scelte coraggiose” di pulizia e di risparmio nelle società partecipate e negli enti collegati. “Finalmente gli slogan vengono al pettine – ha commentato Mariangelo Foggiato (Unione Nordest) – oggi sappiamo che questo federalismo non ci porterà più risorse e maggiore autonomia ma solo tagli perché il governo di Roma e la maggioranza a guida leghista hanno deciso di far pagare la difficile congiuntura economica solo alle Regioni e agli enti locali. E’ davvero un paradosso politico per una forza autonomista come la Lega”. Foggiato ha poi ricordato che all’inizio della legislatura il Consiglio regionale aveva impegnato con voto unanime la Giunta a restituire le deleghe a Roma in presenza di tagli drastici. “In realtà si sta verificando che il governo regionale – ha sottolineato Foggiato – lavora per neutralizzare le istanze di questo Consiglio e del territorio”. Anche Gustavo Franchetto, capogruppo dell’Italia dei Valori, ha preso spunto della manovra per evidenziare che “il federalismo non porta più risorse, né induce a mettere in atto forme serie di lotta agli sprechi”. “Le cifre di questo bilancio – ha scandito l’esponente dipietrista – dicono che il Veneto ha l’acqua alla gola e la corda anzi è sempre più tirata. Sarà pertanto inevitabile far ricorso a nuove tasse e balzelli”. Per la capogruppo del Pd Laura Puppato l’elemento più grave evidenziato dall’assessore Ciambetti sono i 2191 milioni di disavanzo maturato dalla Regione (sommando il saldo finanziario negativo di 536 milioni nel 2009 e le reiscrizione delle spese a destinazione vincolata salite a 1654 milioni di euro nel 2010) che privano l’ente della possibilità di ricorrere all’indebitamento nel prossimo anno. Laura Puppato ha inoltre rilevato come la Regione non disponga più delle risorse necessarie per creare i presupposti per un “patto di stabilità regionale” che aiuti gli enti locali a far fronte ai vincoli posti del patto di stabilità nazionale. La manovra di assestamento sarà sottoposta la settimana prossima al giudizio delle parti sociali e delle categorie economiche ed è già all’esame di tutte le commissioni di palazzo Ferro-Fini con l’obiettivo – ha anticipato il presidente della commissione Bilancio Costantino Toniolo – di licenziarla in tempo utile per la prossima seduta del Consiglio regionale prevista per martedì 16 novembre.