Per le famiglie i conti per la spesa sono ormai da capogiro. Se da un lato l’inflazione registra a marzo una frenata con il tasso che, grazie alla riduzione delle bollette di luce e gas, scende al 7,6%, dall’altro una moltitudine di beni e servizi continuano a registrare rincari record in alcuni casi superiori al 70%. Lo afferma il Codacons che, sulla base dei dati Istat sull’inflazione di marzo, ha elaborato la classifica dei prodotti che rispetto allo scorso anno registrano il più forte aumento dei prezzi.
La classifica prosegue con una serie di rincari che interessano i prodotti alimentari: a marzo il riso aumenta del +41,7%, il latte conservato del 34,6%, l’olio di semi del 31,4%, i formaggi del 28,9%, la margarina del 28,4%, l’olio d’oliva del 27%, il burro del 24,9%, il pane confezionato del 24,1%. Rincari superiori al 22% per latte fresco e uova. Non si salvano nemmeno i gelati (+21,3%), le patatine fritte (+20,4%), i succhi di frutta (+18,4%) e l’insalata (+18,2%).
«Sul fronte dei prezzi siamo di fronte ad un corto circuito – commenta il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione cala ma i listini al dettaglio registrano rincari a due cifre, specie per i beni più frequentemente acquistati dai consumatori come gli alimentari. Ecco perché il potere d’acquisto dei cittadini si sta riducendo giorno dopo giorno, e in base all’ultimo report dell’Istat è sceso addirittura del 3,7%. Alla base di tale situazione, il conflitto in Ucraina che continua a sconvolgere i mercati delle materie prime, il clima impazzito che danneggia le coltivazioni e riduce la produzione, ma anche evidenti speculazioni su cui il Governo farebbe bene ad accendere un faro, ricorrendo alla Guardia di Finanza per accertare la correttezza dei rialzi» conclude Rienzi.
L’attenzione è particolarmente alta sui beni alimentari. Se alcune spese possono essere rimandate, la spesa per la tavola è sicuramente sempre in primo piano. «Urge che i prezzi dei prodotti alimentari si abbassino e tornino ad essere normali e sostenibili per le famiglie. Il costo della vita, anche se ad un ritmo inferiore, continua a salire sempre più. Se per una coppia con due figli, l’inflazione al 7,6% significa una stangata complessiva pari a 2292 euro su base annua, di questi ben 1015 servono solo per far fronte ai rialzi del 13,2% di cibo e bevande. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva totale è pari a 2102 euro, ben 916 solo per mangiare e bere. In media per una famiglia la mazzata è di 1755 euro, 744 per prodotti alimentari e bevande analcoliche. Il primato spetta sempre alle famiglie numerose con più di 3 figli con una batosta pari a 2588 euro, 1212 solo per nutrirsi e dissetarsi» dice Massimiliano Dona, presidente Unione Nazionale Consumatori.