Per Monti è «un tentativo di corruzione». Per Bersani «solo demagogia». Secondo Vendola è la solita promessa del «Vanna Marichi» della politica. E anche l’alleato Tremonti lo gela: non ci sono i soldi. Il nuovo coniglio tirato fuori dal cilindro da Silvio Berlusconi è la restituzione agli italiani della gravosa Imu sulla prima casa. Una mossa che provoca la reazione rabbiosa dei competitori.
Nel day after Mario Monti interviene di prima mattina in radio: «Se vogliamo è un voto di scambio, ma anche un tentativo simpatico di corruzione: io ti compro il voto con dei soldi e i soldi sono dei cittadini», dice dai microfoni di Rtl 102,5. Berlusconi vuole «comprare il voto degli italiani con i soldi degli italiani», aggiunge il premier uscente che ieri aveva definito Silvio «un incantatore di serpenti che non ha mai mantenuto le promesse». E conclude: «Quando sento un simpatico, molto simpatico, signore che dice che lui aveva lasciato i conti in ordine e io ho fatto disastro, un po’, perché mi sembra uno schiaffo ai sacrifici degli italiani, mi rattristo e a volte mi innervosisco. Ma non mi sono sentito toccato dalle accuse. Del resto, io sono ancora più imbecille perché ho dato attuazione ad aumenti di tasse in gran parte già decisi da lui».
L’AVANCE DEL CAVALIERE
Dopo giorni di battage sul suo annuncio il Cavaliere, dalla Fiera di Milano, ha finalmente svelato qual è la sua proposta choc: se vincerà sarà lui stesso, da ministro dell’Economia, a ridare agli italiani i soldi dell’imposta sulla casa: direttamente nel conto corrente o in contanti, entro un mese dalla prima riunione del consiglio dei ministri. E non importa se i suoi avversari la bollano immediatamente come l’ennesima spacconata. Anzi. L’obiettivo di creare il «caso» – che il Cav aveva chiaro in testa nell’architettare la proposta – è raggiunto. I prossimi giorni la battaglia elettorale non potrà prescindere dalla proposta del leader Pdl, convinto che la restituzione del «maltolto» convincerà parecchi indecisi a votarlo.
LE RISORSE
Berlusconi è convinto che il progetto sia realizzabile e propone di coprirlo prendendo i fondi necessari da un accordo con la Svizzera per tassare le attività finanziarie italiane detenute oltralpe. Lo farà subito, in caso di vittoria, al primo Consiglio dei ministri utile. La proposta sarà operativa in un mese e riguarderà anche i fabbricati a uso agricolo. Del resto – scalda la platea milanese il Cav – l’Imu, è l’«atto che ha dato il via alla crisi» perché «la prima casa non si deve toccare, si è toccato il fattore psicologico che è il primo fattore di crisi». Una scelta «dissennata» da parte del governo tecnico. Al quale Berlusconi non risparmia certo fendenti accusandolo, tra l’altro, di aver «sovvertito la volontà popolare». «Anche un imbecille – attacca Berlusconi – è in grado di inventare nuove tasse, soltanto chi è intelligente sa ridurre le spese». «Dopo Monti – scandisce dal palco – siamo dentro una spirale recessiva. È indispensabile invertire la rotta». Ecco, allora, il cuore della sua proposta. «Le famiglie italiane – dice – saranno rimborsate come risarcimento ad un’imposizione sbagliata. Sarà un atto di ricucitura, un atto simbolico ma concretissimo che apra una nuova pagina che riporti i cittadini ad avere fiducia nello Stato». Come nel 2008 con l’abolizione dell’Ici Berlusconi punta dritto alla pancia dei cittadini e annuncia che restituirà l’Imu .
LA POLTRONA DEL TESORO
«Sarò io – si prende direttamente l’impegno il Cav – come ministro dell’Economia, a restituire agli italiani i soldi dell’Imu». E poi scherza: «sempre se Angelino Alfano mi confermerà al ministero…». Berlusconi entra poi nei dettagli della sua proposta. Per coprire l’operazione, spiega, «chiuderemo l’accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie detenute lì da cittadini italiani: il gettito è una “una tantum” di 25-30 miliardi e poi all’anno un flusso di 5 miliardi». L’ex premier annuncia poi anche la cancellazione dell’Irap, un congelamento dell’Iva e si impegna a non mettere nessuna patrimoniale. La sua, spiega, è «un’ultima grande battaglia elettorale e politica» non per sé ma «per allargare gli spazi di libertà, per far uscire l’Italia dalla prospettiva cupa in cui l’hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra». Una battaglia nella quale, naturalmente, Berlusconi si dice convinto di avere la meglio. «La vittoria – assicura auto-motivandosi – è a portata di mano, siamo sicuri di vincere e vinceremo».
LE REAZIONI
Angelino Alfano è entusiasta: la proposta di Berlusconi, sostiene, è «concreta, seria e credibile». Tra gli scettici a farla da padrone è l’ironia che poi è anche il tratto dominante di molti commenti politici: come quello di Gianfranco Fini per il quale «nel secondo consiglio dei ministri Berlusconi farà un decreto per garantire la vincita certa ai giocatori del Lotto». Non si fa attendere la reazione di Monti, tirato in ballo più volte nella conferenza stampa del Cavaliere. Su twitter e anche con un video su Youtube il Professore esprime tutto il suo stupore. «È magnifico – sostiene Monti – Berlusconi ha governato per tanti anni e non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte. Non ha mantenuto la promessa di fare la rivoluzione liberale, non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, in più ha creato molti problemi, tanto è vero che ha dovuto lasciare. Ci prova per la quarta volta. Gli italiani hanno buona memoria». E anche l’alleato Tremonti è freddo: «Se Alfano diventasse primo ministro sarebbe meglio che si tenesse l’interim dell’Economia e delle Finanze», afferma l’ex ministro dell’Economia: «Tenderei ad escludere che le banche svizzere vengano a pagarci l’Imu».
“PROMESSA INFATTIBILE”
In attesa di capire quanta memoria hanno gli italiani, Pier Luigi Bersani va giù duro: «È chiaro che si tratta di una promessa demagogica, infattibile, poggiata su una copertura di bilancio fantasiosa e che strizza l’occhio agli evasori». Sulla mancanza di credibilità degli annunci del leader Pdl insistono sia il centrosinistra sia gli alleati del Prof. «Attenti a Silvio Berlusconi perché é un grande venditore e sarebbe capace di vendere a chiunque un’automobile senza motore», avverte Pier Ferdinando Casini e una metafora simile è usata da Nichi Vendola («Sembra Wanna Marchi»). Preferiscono non scherzare, invece, due magistrati scesi in politica: per Antonio Ingroia «dietro l’ultima “perla” si nasconde l’ennesimo regalo agli evasori» mentre per l’ex procuratore Antimafia Piero Grasso, ora candidato del Pd, «dare soldi in cambio del consenso è un modo sbagliato di porsi nei confronti dei cittadini».
4 febbraio 2013