Ieri quella battuta consegnata ai cronisti alla presentazione del libro di Domenico Scilipoti. «Tremonti sapeva della norma pro-Fininvest e la considerava sacrosanta».
Poi oggi un nuovo affondo contro il superministro nell’intervista rilasciata a Repubblica. «Pensa di essere un genio e che gli altri siano dei cretini. Ma è l’unico che non fa gioco di squadra». Quanto basta insomma per ricreare una distanza siderale tra Silvio Berlusconi e il titolare dell’Economia. Mentre, dalla manovra, spunta intanto un tesoretto da 5,8 miliardi, da utlizzare nel 2012, anche per un eventuale taglio delle tasse.
L’incontro con Tremonti: via libera alla manovra prima dell’estate
Così, dopo quelle dichiarazioni, il Cavaliere è costretto a correre ai ripari e convoca il ministro a Palazzo Chigi con tanto di comunicato stampa finale con cui prova a chiudere l’ennesimo incidente diplomatico tra il premier e via XX Settembre. A leggere la stringata nota il clima sembrerebbe di perfetta sintonia, ma tra i due resta una gelida distanza. «Ho invitato oggi a Palazzo Chigi il ministro Tremonti per una colazione di lavoro in cui definiremo l’agenda degli impegni che insieme affronteremo nei prossimi giorni». Quindi l’impegno a «raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014 in linea con gli impegni assunti a livello europeo» e, a questo fine «il decreto legge sulla manovra sarà approvato prima dell’estate».
L’investitura di Alfano: sarà candidato premier nel 2013
Insomma, si va avanti insieme ma il cielo sopra il governo è sempre più grigio e, a complicare il quadro, ci sono i nuovi sviluppi dell’inchiesta che vede indagato Marco Milanese, l’ex braccio destro di Tremonti. Poi certo l’intervista rilasciata dal premier a Repubblica ha fatto il resto. E poco serve la parziale retromarcia innestata da Berlusconi («era solo un’amichevole conversazione») perché quell’accenno ad Alfano e alla volontà di candidarlo come premier nel 2013 scatena una rivolta dentro il partito. «Farò la campagna elettorale e il padre nobile». Perché «arrivano le nuove generazioni. Io e Bossi prima o poi dobbiamo essere sostituiti», aveva detto il Cavaliere.
La rivolta nel Pdl: Formigoni e Alemanno vogliono le primarie
Tanto è bastato, però, per suscitare la reazione stizzita di Roberto Formigoni. «Alfano sarebbe una ottima soluzione come candidato premier per il 2013 ma sarà il nostro popolo a sceglierlo. Non c’è spazio per una nomina dall’alto». Lo stesso refrain ripetuto poco dopo da Gianni Alemanno, sindaco di Roma. «Alfano è un ottimo candidato ma servono le primarie». Dentro il Pdl il clima resta quindi teso. Anche se il premier sembra non curarsene e definisce «solidissima» l’alleanza con la Lega per ripetere subito dopo il consueto attacco alla magistratura e «al partito dei giudici che si sta preparando all’appuntamento elettorale del 2013». (Ce. Do.)
Ilsole24ore.com – 8 luglio 2011