Il Comitato dei rappresentanti degli Stati membri dell’Unione europea ha raggiunto un accordo sulle modifiche alla proposta di regolamento sul benessere di cani e gatti
Il 26 giugno il Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Unione europea (Coreper), composto dai capi o vice-capi delegazione degli Stati membri, ha approvato il mandato negoziale del Consiglio su una proposta di regolamento volta a migliorare il benessere di cani e gatti, fissando per la prima volta delle norme minime a livello comunitario. Restano i principi di welfare originari della prima proposta, come il divieto delle pratiche di riproduzione in consanguineità e le mutilazioni a scopo estetico, mentre vengono modificate alcune norme sulle autorizzazioni per gli stabilimenti di allevamento e sulle importazioni da Paesi extra Ue.
La proposta
La prima proposta della Commissione risale a dicembre 2023, ma il contenuto di fondo rimane lo stesso: l’obiettivo generale è migliorare il benessere dei cani e dei gatti che si trovano in allevamenti, stabilimenti di vendita e rifugi, salvaguardando al tempo stesso i consumatori, garantendo una concorrenza leale e contrastando il commercio illegale. La proposta non ha alcun impatto sui singoli proprietari di animali domestici; tuttavia, chiunque voglia immettere un cane o un gatto sul mercato dell’Unione dovrà assicurarsi che questo sia munito di microchip ai fini della tracciabilità. I requisiti indicati nella proposta sono intesi come standard minimi per armonizzare il mercato europeo; gli Stati membri sono autorizzati a mantenere o introdurre norme più severe.
I principi
La posizione negoziale del Consiglio mantiene i principi di welfare proposti dalla Commissione. L’allevamento è regolamentato, con limiti di frequenza ed età minima e massima, e sono vietate alcune pratiche, come la consanguineità (tranne il suo utilizzo per preservare razze locali con un patrimonio genetico limitato). Devono essere forniti acqua fresca e pulita a sufficienza, cibo sufficiente e condizioni abitative adeguate. I cani di età superiore alle 12 settimane devono avere accesso quotidiano a uno spazio esterno o devono essere portati a spasso quotidianamente. Sono altresì vietate mutilazioni estetiche come il taglio delle orecchie, della coda o la rimozione degli artigli, a meno che non rispondano a indicazione medica.
Per quanto riguarda gli obblighi degli operatori, tutti i cani e i gatti devono essere dotati di microchip e registrati in un database nazionale prima di essere venduti o donati; tutte le banche dati saranno interoperabili tra loro e accessibili online. Chi si prende cura di cani o gatti deve avere una corretta comprensione del loro comportamento e dei loro bisogni. Gli stabilimenti devono garantire le visite dei medici veterinari. Inoltre, in caso di vendita o donazione di cani o gatti, la persona responsabile di questi animali deve sensibilizzare il proprietario verso un comportamento responsabile.
Le modifiche
Dopo le osservazioni presentate sul testo e i correttivi proposti negli scorsi mesi da più parti, tra cui anche da Anmvi e Fnovi, il mandato negoziale del Consiglio ha apportato una serie di miglioramenti alla proposta di regolamento. Tra questi, il divieto di allevamenti di ibridi, il divieto di utilizzo di gatte e cagne che hanno subito due tagli cesarei per la riproduzione, così come di cani e gatti con tratti estremi, al fine di evitare la trasmissione di questi tratti alle generazioni future, con un alto rischio di possibili effetti dannosi sul loro benessere. Inoltre, viene chiarito che gli operatori non devono abbandonare cani o gatti e che saranno esclusi dalla partecipazione a concorsi, spettacoli o mostre tutti gli animali domestici che presentino tratti conformazionali estremi o mutilati.
Autorizzazione stabilimenti
La proposta originaria della Commissione prevedeva che gli stabilimenti di allevamento che detengono almeno tre cani o gatte femmine e che producono in totale due o più cucciolate all’anno dovessero essere autorizzati dopo un’ispezione in loco da parte delle autorità competenti.
Poiché negli stati membri vi è carenza di veterinari ufficiali e per ridurre l’onere amministrativo, il Consiglio ha limitato questo requisito alle strutture che producono più di cinque cucciolate all’anno o che detengono più di cinque gatte o cagne. Inoltre, il mandato del Consiglio dà agli Stati membri la possibilità di consentire alle strutture di ottenere l’approvazione tramite una comunicazione a distanza.
Case affidatarie
Poiché alcune organizzazioni, ad esempio le Ong, utilizzano case affidatarie per ospitare gatti e cani abbandonati, randagi o indesiderati, il Consiglio ha deciso di includere anche queste nell’ambito di applicazione del regolamento.
Paesi extra UE
Il mandato del Consiglio distingue tra l’importazione di cani e gatti per l’immissione sul mercato dell’Unione e per movimenti non commerciali, con l’obiettivo di prevenire le frodi e migliorare la tracciabilità di cani e gatti. Nel primo caso, gli animali dovranno essere registrati in un database entro cinque giorni lavorativi dopo il loro ingresso nell’Ue; nella proposta iniziale ciò era previsto entro 48 ore dall’arrivo a destinazione.
Per le movimentazioni non commerciali, invece, il Consiglio propone la creazione di un database per i viaggiatori. Ciò consentirà agli Stati membri di avere una panoramica delle importazioni non commerciali e di essere quindi in grado di rilevare movimenti sospetti.
Iter
Il testo concordato formalizza la posizione negoziale del Consiglio. I negoziati tra la Presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo inizieranno una volta che il Parlamento avrà concordato la sua posizione. L’esito dei negoziati determinerà la forma finale della legislazione.
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