Nei giorni scorsi una ventina di senatori hanno presentato un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, prima firmataria la senatrice Silvana Amati del Pd, sul benessere degli animali negli allevamenti. L’interrogazione prende spunto dai recenti servizi delle trasmissioni “Report” e “Announo” che si sono occupate rispettivamente di vitelli dopati e allevamenti suini. Sullo stesso tema, ricordano, Compassion in world farming” (CIWF) nel 2013 ha realizzato una video-inchiesta presentata anche in Senato.
Secondo i firmatari questa situazione rivela l’inefficacia e l’insufficienza degli attuali sistemi di controllo, necessari per garantire la tutela del benessere degli animali negli allevamenti, della salute pubblica e del diritto a conoscere dei consumatori. “Nell’interrogazione chiediamo a Lorenzin di istituire una task force che includa le competenti associazioni della società civile – spiega – e di valutare l’opportunità di coordinare il lavoro di elaborazione di linee guida per un sistema di etichettatura”
“In modo da rendere facilmente e univocamente chiari gli standard di benessere animale adottati lungo tutta la filiera. Un impegno per il Governo previsto anche dalla mozione 258 sul benessere animale, recentemente approvata in Senato. E’ necessario – osserva Amati – promuovere concretamente il superamento dell’anacronistica e inaccettabile concezione dell’animale inteso esclusivamente come mezzo per il soddisfacimento di interessi e bisogni umani”.
Secondo i firmatari dell’interrogazione l’inefficacia e l’insufficienza degli attuali sistemi di controllo si sono palesate in tutta la loro gravità, in particolare per quanto riguarda l’attuazione della direttiva 1999/74/CE, norme minime per la protezione delle galline ovaiole, il 22 maggio 2014 la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per inadempienze; pur riconoscendo la natura perentoria e improrogabile del termine impartito, nel corso del contenzioso l’Italia ha sostenuto che “non le era stato possibile intervenire e sanzionare in tempo utile il mancato adeguamento delle aziende”. Per quanto riguarda invece la direttiva 2008/120/CE, norme minime per la protezione dei suini, pur non avendo ancora aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, la Commissione europea ha ritenuto di mantenere aperto un “negoziato”, in forma di scambio di note e di informazioni, per monitorarne l’attuazione, come confermato dalla risposta del sottosegretario di Stato alla salute, Paolo Fadda, all’interrogazione 4-00513 del 9 luglio 2013.
Anche l’opinione pubblica è sensibile all’argomento: secondo i dati di Eurobarometro, l’82% dei cittadini europei ritiene che la tutela dei diritti degli animali sia un dovere, indipendentemente dai costi che potrebbe comportare. Inoltre nell’orientare le proprie scelte di consumo, i cittadini hanno il diritto di essere adeguatamente informati sugli standard di benessere degli animali osservati durante tutta la filiera produttiva.
Considerando tutto ciò viene richiesta la posizione del Ministro della salute Beatrice Lorenzin sui gravi fatti denunciati dalle inchieste e dai servizi televisivi citati; quali e quante siano state dal 2008 le sanzioni comminate agli allevamenti non conformi agli standard minimi obbligatori; per quanto riguarda i suini, quale sia la percentuale di allevamenti che in Italia non fornisce a questi animali arricchimento ambientale adeguato come prescritto dalla legge (quale la paglia) e mozza loro sistematicamente la coda; se non ritenga opportuno valutare l’opportunità di istituire una task force che si occupi dei temi segnalati e che possa contare sul contributo delle associazioni della società civile che lavorano sul tema del benessere animale e, in particolare, sul tema del benessere degli animali negli allevamenti; quali misure intenda adottare al fine di favorire la tracciabilità di tutta la filiera produttiva; quali misure urgenti intenda altresì intraprendere al fine di prevenire casi, come quelli citati; se non ritenga opportuno aumentare la programmazione minima dei controlli annuali obbligatori, considerato l’elevato numero di infrazioni riscontrate; se non ritenga opportuno (eventualmente in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) elaborare delle linee guida che possano fornire un primo contributo per l’elaborazione di un sistema di etichettatura relativa agli standard di benessere animale utilizzati; se non ritenga altresì necessario intraprendere, anche alla luce delle potenziali ripercussioni negative sui settori coinvolti da danni di immagine, le opportune iniziative (eventualmente in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali) volte ad incentivare l’uso volontario di indicazioni sugli standard di benessere animale utilizzati nelle filiere produttive, nonché a sensibilizzare le imprese italiane sulla necessità di osservare la dovuta diligenza durante tutte le fasi di produzione.
Fonte Senato – 12 giugno 2015