Il Ministero della Salute ha pubblicato i dati dell’attività ispettiva svolta dalle ASL, dagli UVAC, dai PIF e dagli Organi di Polizia in relazione al benessere degli animali durante il trasporto. I controlli da parte delle ASL sono condotti sulla programmazione basata sul rischio dettata dal Piano Nazionale Benessere Animale (PNBA), mentre UVAC e Polizia Stradale collaborano dal 2011 secondo il Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Salute e il Ministero dell’Interno per potenziare i controlli sul trasporto di animali vivi.
In totale, sono state eseguite 8.785 ispezioni relative a 7.667 mezzi di trasporto, 4.835.764 animali (4.818.784 tra bovini, suini, ovi/caprini, equidi, pollame, conigli, cani e 16.980 per altri animali tra i quali fagiani, lepri, animali da sperimentazione, pesci tropicali) e 8.828 documenti di accompagnamento.
Secondo la classificazione europea le ispezioni sono state:
- 5.691 di tipo 1 – ispezioni non discriminatorie effettuate nei luoghi di partenza per i lunghi viaggi e al macello dopo lo scarico;
- 3.094 di tipo 2 e 3 – tipo 2: ispezioni non discriminatorie effettuate durante il trasporto, ma anche nei luoghi di destinazione diversi dal macello, come centri di raccolta, fiere, mercati, stalle di sosta, allevamenti; tipo 3: ispezioni non discriminatorie effettuate dopo il completamento del trasporto per verificare il rispetto dei periodi di viaggio e di riposo.
Le non conformità riscontrate sono state 341: 111 riguardanti la documentazione, 76 relative alle pratiche di trasporto, allo spazio disponibile e all’altezza, 74 riguardanti l’idoneità degli animali al trasporto, 31 ai mezzi di trasporto, 17 all’abbeveraggio, all’alimentazione e alla durata dei periodi di viaggio e di riposo, 32 ascrivibili ad altri casi. Le sanzioni amministrative applicate sono state 228. Numericamente le non conformità relative alla documentazione sono quelle maggiormente riscontrate (analogamente al 2018, e in particolar modo ancora nei trasporti di bovini). Mantiene un ruolo rilevante l’assenza, l’incompletezza e l’irregolarità del giornale di viaggio, ancora troppo spesso attribuibile a una insufficiente conoscenza e applicazione della normativa vigente.
Nel 2019 il rapporto “totale non conformità/totale mezzi di trasporto controllati” è stato del 4,4% ed evidenzia il trend crescente nell’ultimo biennio, dopo una fase discendente nel triennio precedente (3,16% nel 2015; 2,96% nel 2016; 2,2% nel 2017; 2.8% nel 2018). Tale aumento percentuale di non conformità rilevate (il valore più alto degli ultimi 6 anni), nonostante il minor numero di ispezioni, può essere attribuito all’azione di controllo a livello territoriale più mirata e basata sul rischio, oltre che a una migliore formazione del personale coinvolto, a fronte di una riduzione delle risorse umane dedicate, che ha comportato un miglioramento dell’attenzione e dell’accuratezza dei controlli.
La Polizia stradale e gli Uffici periferici per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) del Ministero della Salute hanno effettuato 58 giornate di verifica (76 nel 2018), che hanno visto in alcuni casi anche la partecipazione attiva dei servizi veterinari locali. Le direttrici di maggior traffico dove sono stati effettuati i controlli sono state le autostrade (caselli e aree di sosta), soprattutto del nord Italia, i valichi di Fernetti (TS) e Villesse (GO), i trafori di Monte Bianco e Fréjus, alcune strade statali e 2 porti (Bari e Livorno).
I dati sono stati raccolti attraverso la tabella generale, introdotta dal 1° gennaio 2015 con la Decisione di esecuzione della Commissione 2013/188/UE.
Da CEIRSA
FONTE: Ministero della Salute