Gruppo di medici contatta il Comune: pronti a lavorare gratuitamente per aiutare i cittadini vittime della crisi
BELLUNO – Contro la crisi, l’ambulatorio per le nuove povertà: consulenze e visite a costo zero. L’idea viene da un gruppo di medici bellunesi e potrebbe portare alla messa a punto di un ambulatorio aperto alle fasce deboli della popolazione, dove ottenere prestazioni gratuite o a prezzi agevolati.
«Una bella iniziativa – confessa il sindaco Jacopo Massaro – che dà l’idea di come a Belluno ci sia una cittadinanza attiva e attenta alla comunità. Sono stati medici con varie specializzazioni e dentisti a contattare il Comune, avanzando la propria disponibilità a prestare servizio gratuitamente; ora si tratterà di aprire un dialogo e capire come realizzare il tutto».
Palazzo Rosso potrebbe insomma essere il coordinatore del progetto, un’iniziativa in linea con i tempi di crisi, che muove dall’intento di andare incontro alle difficoltà di una fascia sempre più consistente di popolazione, per la quale anche il costo del ticket può essere un problema. L’esenzione dal pagamento delle prestazioni mediche, infatti, se da un lato va incontro ai pensionati con pensione inferiore ai 36 mila euro e gli ultra sessantacinquenni, dall’altro non tiene conto delle giovani generazioni economicamente deboli. Esiste infatti un esercito di bellunesi under 40 che deve fare i conti con paghe troppo basse e lavori saltuari, costretto a scegliere, davanti ad un problema di salute, tra pagare la visita o fare la spesa al supermercato.
«Questa iniziativa va a favore delle nuove povertà – commenta il primo cittadino – quelle meno note. I giovani precari non risultano favoriti nella sanità, questo è un grave problema di equità sociale; interventi come quello a cui stiamo guardando aiutano il Comune a raddrizzare le storture del sistema. So di giovani a cui sono mancati i soldi per accertamenti importanti, questo non deve succedere. I ticket, d’altra parte, possono arrivare a costare 40 euro e quando vengono prescritte più visite la spesa può superare le 100 euro». Il progetto al momento è solo un’idea, il prossimo passaggio sarà quello di imbastire un tavolo di confronto con i professionisti messisi a disposizione e confrontarsi, quindi, con i servizi sociali.
Gazzettino – 3 giugno 2013