Negli imprenditori veneti torna la voglia di investimenti. In innovazione di prodotto, processo, tecnologia e organizzazione: «Ne è un esempio la Bauli, che quest’anno creerà in India nuove linee produttive per molti milioni di euro, e la Da Re, che nel Trevigiano ha un progetto per crescere, a partire da quest’anno, con ben quattro nuovi capannoni», spiega Ferdinando Azzariti, presidente di Salone d’Impresa.
Se ne è parlato ieri a Vicenza nella sede di Saiv Spa, dove Salone d’Impresa ha presentato i risultati di uno studio su diecimila imprese venete di tutte le dimensioni: il 58 per cento dichiara di voler investire nel 2015 in particolare sull’innovazione di prodotto, seguito da un 31 per cento che mette al primo posto il processo di produzione.
Alberto Bauli, presidente dell’omonima industria dolciaria di Castel d’Azzano, nel Veronese, nel commentare i dati ha invocato una «politica industriale per aggredire i mercati extra Ue. Individuati i settori in cui il made in Italy può raggiungere risultati importanti sarà necessario investire sia privatamente che pubblicamente per ottenere aziende di dimensioni sufficienti per una politica di export duratura». Lo stesso industriale sta pensando a un investimento importante, «alla joint-venture che abbiamo già con un’azienda indiana pensiamo di aggiungere, nell’anno in corso, la creazione di una nuova realtà produttiva fra Calcutta e Mumbai». Una fabbrica per ampliare la distribuzione di prodotti dolciari da banco, già diffusi in India col marchio Bauli, per un investimento complessivo che, secondo quanto emerso durante il convegno, potrebbe andare oltre i 10 milioni di euro.
«Se l’innovazione tecnologica si sposa ad artigianalità e tradizione, offre soddisfazioni e ottimi risultati», ha aggiunto Giuseppe Da Re. L’imprenditore della ditta omonima, produttrice dei grissini Bibanesi, ha in programma un ampliamento da «16.500 metri quadrati, da realizzare progressivamente in quattro blocchi. Quest’anno cominceremo con uno, poi si andrà avanti a seconda delle esigenze di mercato» spiega l’industriale, che parla di un investimento complessivo fra i 6 e gli 8 milioni di euro. «Credo che il Veneto abbia già fatto l’opportuno Purgatorio, in questi anni, ora le imprese vogliono tornare a crescere – ha osservato anche il presidente di Fiera di Vicenza Matteo Marzotto, presente all’incontro – il 2015 non sarà un anno facile, penso alla Russia, però c’è un ritorno importante del mercato americano. Dal canto nostro, proseguirà la riflessione sul legare le fiere di Vicenza e Verona».
Il Corriere del Veneto – 20 gennaio 2015