Prima vittima francese del batterio E.Coli: si tratta di una delle pazienti ricoverate dal 24 giugno a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia. Il bilancio morti in Europa sale a 50
Quarantotto in Germania, uno in Svezia e uno, appunto, in Francia.
La donna deceduta aveva 78 anni e, secondo l’Agenzia francese della Salute, «non era portatrice del ceppo 0104» di E.coli, che ha causato una cinquantina di vittime in Germania. Per sei dei sette pazienti ancora ricoverati a Bordeaux in condizioni «stabili», invece, i risultati delle «analisi complete» hanno rivelato una contaminazione da batterio E.coli ceppo 0104 H4. Al momento non è stato possibile stabilire «alcun legame» da parte delle autorità sanitarie fra la contaminazione da batterio non identificato della vittima e la «frequentazione del centro giochi per bambini di Begles», alla periferia di Bordeaux, frequentato da sei degli altri contaminati. Questi avevano consumato germogli di vario tipo in un pasto alla mensa scolastica. La paziente deceduta era in rianimazione dal 24 giugno per una sindrome emolitica e uremica dovuta al batterio E.coli.
La Ue tiene alta la guardia ma al momento non ritiene sia necessario lanciare l’allerta europea. «La Commissione Ue – ha detto Frederic Vincent, portavoce del commissario europeo alla salute John Dalli – segue con grande attenzione la situazione sull’evolzione dell’E.Coli 104 (il ceppo più raro e pericoloso) in Germania e in Francia, ma non ritiene necessario lanciare l’allerta via il sistema europeo di allarme pubblico».
Bruxelles, «è in continuo stretto contatto non solo con gli Stati membri ma anche con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e l’Agenzia Ue per la sicurezza alimentare (Efsa) che, nel caso della Germania ha avuto un ruolo molto importante in materia di tracciabilità». E proprio sulla questione della tracciabilità, stanno lavorando scienziati ed ispettori europei. «La Commissione infatti – precisa Vincent – si pone molti interrogativi sulla coincidenza incredibile di ritrovare lo stesso ceppo di E.Coli, il più raro e il più pericoloso, sia in Germania che in Francia. Inoltre, in Germania non si conosce ancora l’origine delle sementi da cui provengono i germogli sotto accusa, nel caso della Francia si sta rifacendo la tracciabilità per avere la certezza sull’origine delle sementi sotto accusa in Francia».
Corriereadriatico.it – 2 Luglio 2011