«Non bisogna assolutamente fare paragoni» con altre epidemie come la recente influenza H1N1, perché questa infezione «non si trasmette da persona a persona». Così il ministro della Salute è nuovamente intervenuto, stamani, sul caso del batterio E.coli e ha rassicurato sui rischi per la salute: «In Italia non ci sono pericoli». La migliore strategia per fermare il batterio E.coli è «arrivare alla sua origine». Ne è convinto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, secondo il quale le autorità tedesche «stanno andando a vedere i buoi usciti dalla stalla, mentre bisognerebbe andare a controllare le stalle». «Servirebbero – ha spiegato il ministro – controlli a tappeto degli stabilimenti di produzione».
E indagini «su come si sia costruito questo batterio killer. Controllare se si tratta di una ricombinazione spontanea o avvenuta in laboratorio e da lì tracciare l’origine. Seguire in sostanza il metodo utilizzato da Ilaria Capua per tracciare l’aviaria». Che la gestione della situazione in Germania sia stata un po’ caotica «non lo dico io, basta vedere oggi la prima pagina dei giornali tedeschi» ha commentato Fazio.
Il ministro ha quindi voluto rassicurare, ancora una volta, sui rischi legati alla propagazione del batterio. «In Italia non ci sono pericoli e non sono necessari controlli ulteriori oltre a quelli di routine, così come smettere di mangiare frutta e verdura nel nostro Paese non ha alcun senso”. Inoltre, “non bisogna assolutamente fare paragoni con l’epidemia H1N1« perché «sono due cose completamente diverse» e questa infezione «non si propaga da persona a persona».
Quotidianosanita.it – 7 giugno 2011
Batterio killer, test negativi su soia e verdure ma il governo tedesco sconsiglia il consumo se crude
La variante tossica del batterio Escherichia Coli ha provocato una nuova vittima in Germania, facendo salire a 23 il bilancio dei morti da quando è scoppiata l’epidemia. Lo hanno annunciato le autorità sanitarie del Land settentrionale tedesco dello Schleswig Holstein. La 23esima vittima è una donna di 90 anni colpita dalla sindrome emorragica uremica (Shu) con complicazioni ai reni provocate dalla tossina prodotta dal batterio killer. Gli altri 22 decessi sono stati registrati in Germania e uno in Svezia, su una ragazza che da poco era stata in Germania.
Rimane tuttavia sconosciuta l’origine del contagio, che riguarda 13 paesi europei, Italia esclusa. I primi risultati dei test condotti su dei germogli di soia provenienti da un’azienda biologica della Bassa Sassonia (capitale Hannover), nel nord del Paese, hanno dato esito negativo, mentre i sospetti iniziali su dei cetrioli spagnoli si sono rivelati infondati. Rimane valido l’invito del governo di Berlino a non consumare queste verdure crude, oltre a pomodori e insalata. La ricerca della fonte dell’epidemia di E. Coli si sta dimostrando «molto difficile»: finora sui 40 campioni esaminati ben 23 sono risultati negativi. Lo ha detto oggi il ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia che ha riferito i primi risultati degli esami.
Così non è ancora certa la causa dell’epidemia provocata da una variante del batterio Ehec e costata la vita finora a 22 persone. Intanto di batterio killer si parlerà anche durante ai lavori dei ministri dei 27 paesi dell’Unione europea. Il ministro della Sanità tedesco, Daniel Bahr, ha messo in guardia però da conclusioni affrettate: «Abbiamo indizi chiari che un’azienda di Uelzen sia la fonte dell’infezione, ma dobbiamo attendere la conferma dei test di laboratorio» ha detto il ministro ieri sera alla tv Ard. Per il momento resta valido il consiglio ai consumatori di evitare ortaggi crudi, come pomodori, cetrioli, insalate e naturalmente germogli di soia.
Finora sono stati diagnosticati 1.526 casi di infezione, mentre 627 persone soffrono di sindrome emolitico-uremica (Seu), una pericolosa complicanza che si osserva soprattutto negli anziani e nei bambini. Decine di persone sono ancora in pericolo di vita.
Ilsole24ore.com – 6 giugno 2011
Batterio killer: «Responsabile la soia». Identificata l’azienda distributrice. Le vittime salgono a 22
Sono stati i germogli di soia tedeschi, mangiati crudi, a scatenare l’epidemia del batterio killer Escheria Choli (Ehec) in Germania. Lo ha confermato alle 18 in una conferenza stampa ad Hannover il ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia, Gert Lindemann (Cdu), secondo il quale le autorità mediche si trovano adesso «sulla pista giusta». «Abbiamo identificato un prodotto che è stato fornito in tutte le località in cui si sono verificate vaste infezioni di Ehec», ha spiegato il ministro. Già alcuni anni fa i germogli di soia avevano provocato in Asia un’epidemia analoga a quella scatenatasi in Germania.
L’epidemia attuale ha provocato finora 21 vittime nel Paese, con un totale di 1526 persone infettate.
Le autorità della Bassa Sassonia hanno anche individuato un vivaio, nella provincia di Uelzen, che ha distribuito in varie parti del Paese i germogli da consumare crudi. Il ministro ha riferito che è stato anche individuato, «con molta precisione», il percorso di distribuzione dei germogli sospetti.
L’ALLERTA ALLA POPOLAZIONE – I germogli sono stati forniti, direttamente o tramite intermediari, a ristoranti di Amburgo, Schleswig-Holstein, Mecklenburg-Pomerania occidentale, Bassa Sassonia e Assia. Finora, la presenza dell’agente patogeno Ehec nei germogli coltivati a Uelzen non è ancora stata provata in laboratorio: i risultati definitivi si avranno lunedì mattina. Tuttavia gli indizi sono tali da aver indotto il ministero ad allertare la cittadinanza perché si astenga, al momento, dal consumo dei germogli. Non è al momento escluso che la contaminazione sia avvenuta fuori dal vivaio, quando i germogli erano già stati venduti. L’azienda commercia soprattutto in Germania, ma esporta i propri prodotti anche in altri Paesi europei e dell’estremo Oriente.
AMATI DAI VEGETARIANI – I germogli di soia sono un alimento molto diffuso nella cucina etnica e tra i vegetariani per l’importante apporto di proteine. In Italia sono in genere consumati in estate, da soli o come condimento, e sono venduti in buste, vassoi o in scatola. Recentemente, come sottolinea la Coldiretti, si è diffusa anche la coltivazione casalinga. I prezzi variano dai 4 ai 6 euro al chilo per il prodotto venduto in vassoi, e nei supermercati è possibile acquistare germogli di soia di produzione italiana, quindi al sicuro dalla contaminazione, che è avvenuta sicuramente in Germania.
22 LE VITTIME – Intanto il bilancio dell’epidemia da Ehec è salito ad almeno 22 morti accertati: lo ha reso noto il Centro Europeo di Stoccolma per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, precisando che tutti i decessi si sono finora verificati in Germania tranne uno, avvenuto in Svezia. I casi conclamati di contagio sull’intero continente ammontano a 1.605, cui ne vanno aggiunti altri 658 colpiti dall’Hus, una sindrome correlata all’infezione che colpisce i reni e provoca forte anemia. Ancora una volta, ha sottolineato l’istituto svedese, la maggior parte degli episodi, 1.536 e 627 rispettivamente, si sono concentrati in territorio tedesco. Nel giro di appena 24 ore la variazione in aumento è stata di 328 e 107 unità. Tra i nuovi casi di contagio da Ehec, quattro sono stati localizzati in Gran Bretagna e altrettanti in Danimarca, a conferma che il fenomeno appare comunque interessare essenzialmente il Nord-Europa.
5 giugno 2011 – corriere.it
Batterio killer in Italia, rientra l’allarme per il caso di Merano. Fazio: chieste verifiche in Germania
Allarme rientrato a Merano dopo che stamane si era diffusa la notizia di un primo caso sospetto di batterio Escherichia Coli in un turista tedesco ricoverato per problemi intestinali. Si tratta di un turista tedesco, ricoverato all’ospedale di Merano, con problemi intestinali. Ma le prime analisi svolte sul paziente hanno escluso che si tratti dell’infezione che sta imperversando nel Nord della Germania.
Rientrato l’allarme nell’ospedale di Merano
A diffondere stamane la notizia del primo caso sospetto in Italia di Escherichia coli era stato il quotidiano in lingua tedesca «Dolomiten». Ma l’ospedale di Merano aveva poi smentito l’allarme precisando che il paziente, un turista tedesco giunto da pochi giorni in provincia di Bolzano, era stato ricoverato nel reparto di Medicina e non in quello delle Malattie Infettive, perché gli esami di laboratorio avevano escluso un’infezione da Escherichia coli enteroemorragica. «Le analisi effettuate finora escludono che si tratti del batterio killer», aveva chiarito poi il vicedirettore sanitario dell’ospedale di Merano, Pierpaolo Bertoli, il quale aveva precisato che l’infezione che ha colpito il turista tedesco, attualmente ricoverato all’ospedale meranese, era stata provocata da un agente diverso e meno pericoloso.
Intanto, però, la procura di Firenze ha disposto l’autopsia su una donna di 62 anni morta la notte scorsa poche ore dopo che la guardia medica le aveva diagnosticato una gastroenterite. In attesa dell’esame autoptico, l’Asl di Firenze ha spiegato che «al momento niente fa pensare a una correlazione con il batterio killer». L’esame verrà effettuato in giornata all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e in serata si dovrebbe sapere se il decesso è legato all’emergenza scoppiata in Europa.
Fazio: chieste verifiche a Germania su imballaggi
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, è tornato stamane sulla vicenda del batterio killer a margine della visita di Xi Jinping, vicepresidente della Repubblica popolare cinese, e ha annunciato di aver chiesto al Governo tedesco di condurre delle verifiche sugli imballaggi degli alimenti. «Il veicolo del batterio è ancora sotto studio – ha detto Fazio – abbiamo chiesto alla Germania di fare indagini specifiche sulle forme di confezionamento perchè sembrerebbe più trasversale che non riferito ad un singolo alimento». Il riferimento del ministro è al fatto che il batterio che ha provocato diversi morti in Germania è stato isolato in cibi diversi tra loro e dunque non solo cetrioli e verdure.
Le rassicurazioni del ministro: situazione sotto controllo
Il Governo comunque resta tranquillo e prosegue con le raccomandazioni. «Voglio ribadire che i nostri cibi e le nostre verdure sono sicuri – ha aggiunto Fazio -, laviamo sempre i cibi e le mani, dovremmo sempre farlo. Comunque non abbiamo problemi, la nostra sanità è sotto controllo, le nostre strutture sono allertate». Il ministro non esclude la possibilità che ci siano italiani contagiati: «Se prima o poi ci sarà qualche italiano che è stato nella zona di Amburgo – ha detto – e che avrà la malattia non ci dovremo stupire. Comunque è una malattia circoscritta ad una zona, come avvenuto con altre malattie in passato». Sulla tipologia del batterio il ministro ha spiegato che non è una mutazione: «Si tratta di una normale ricombinazione di batteri che formano forme nuove che hanno più tossicità mentre noi abbiamo meno anticorpi».
Ilsole24ore.com – 4 giugno 2011