Sono proseguiti per tutto il giorno i sequestri cautelativi temporanei da parte dei carabinieri del Nas, su disposizione del Ministro della Salute, delle confezioni di hamburger e polpette a marchio “Steaks Country” analoghi a quelli che si sospetta siano all’origine delle infezioni da E.coli che hanno colpito sette bambini nel nord della Francia. Complessivamente, sono state sequestrate oltre 97 tonnellate di prodotto in nove piattaforme distributive della Lidl Italia, a partire dal Veronese. L’azienda ha pienamente collaborato con i Nas. Praticamente, tutti i prodotti segnalati presenti in Italia sono sotto sequestro. Campioni di hamburger e polpette sono stati consegnati agli Istituti Zooprofilattici Sperimentali che procederanno alle analisi per verificare l’eventuale presenza di batteri tossici.
I risultati delle analisi saranno disponibili nei primi giorni della prossima settimana.
“Vorrei sottolineare l’importanza di questo risultato – ha dichiarato il Ministro della Salute professor Ferruccio Fazio – In sole 24 ore i Nas hanno effettuato il sequestro cautelativo di tutti i prodotti segnalati che in Francia sono sospettati di essere all’origine dell’infezione da E.coli. E’ un’ulteriore conferma dell’eccellenza del nostro sistema di sicurezza alimentare, che è in grado di tracciare rapidamente i prodotti che possono suscitare preoccupazione e di effettuare nel più breve tempo possibile le analisi del caso. Tutto ciò deve tranquillizzare i nostri concittadini che non debbono modificare i propri costumi alimentari”.
«Dopo i controlli, la carne verrà dissequestrata. Non c’è nessun problema per i consumatori» ha detto ancora Fazio. E «non si sa se il batterio venga proprio dalla carne o dalla filiera». Quanto all’eventuale consumo di hamburger della marca sospetta, che eventualmente i consumatori dovessero avere già acquistato, «se questa carne viene cotta bene, almeno tre-quattro minuti a 70 gradi – ha affermato il ministro – allora si può consumare anche in presenza, eventualmente, del batterio».
Intanto in Francia uno dei sette bambini colpiti dal batterio E.coli dopo aver mangiato hamburger surgelati acquistati nei discount Lidl di Lilla è stato ‘posto in coma farmacologicò e le sue condizioni restano «preoccupanti»: lo riferiscono le autorità transalpine, che temono nuovi casi. Il più grave dei sette bimbi francesi, di appena due anni, è sotto dialisi. «Ha bisogno di cure di rianimazione pesanti», ha spiegato il professor Leteurtre, medico specialista del policlinico di Lilla, precisando che il paziente riscontra problemi «neurologici». Mentre le autorità di Parigi annunciano nuovi possibili casi. «Altre contaminazioni sono oggetto di indagini per vedere se sono da ricondurre alla stessa batteria» E.coli, ha detto il ministro della Salute Xavier Bertrand, che oggi si è recato a Lilla. In particolare, egli ha parlato di altre due possibili casi nel Nord del Paese, un ragazzo e un bambino di circa dieci d’anni, le cui analisi dovrebbero essere pronte domani. Mentre le condizioni degli altri sei malati, di un’età compresa tra i 18 mesi e gli otto anni, è «stabile», ha detto il dottor Michel Foulard, del policlinico di Lilla. «Per due di loro – ha aggiunto – prevediamo un’uscita dall’ospedale a inizio della prossima settimana. Tre altri sono ancora sotto dialisi ma il loro stato è perfettamente stabile e ben controllato».
Gli hamburger sospetti della marca ‘Steaks Country’ sono stati ritirati all’alba di ieri mattina da tutti i Lidl della parte nord della Francia, inclusa Parigi, e oggi molti clienti sono tornati nei punti vendita per riportare i prodotti sospetti. Intanto, proseguono le analisi per determinare il ceppo della batteria E.coli, che secondo le autorità francesi ed europee è comunque diversa da quella che in Germania ha ucciso 38 persone. I risultati di queste analisi saranno annunciati lunedì dal governo di Parigi
17 giugno 2011
Batterio, 7 bambini ricoverati in Francia. Verona, Nas sequestrano 5 tonnellate di hamburger
I carabinieri per la tutela della Salute bloccano i prodotti a marchio “Steaks Country” nella piattaforma logistica della Lidl Italia. Ue: non è lo stesso ceppo che ha provocato 39 morti (38 in Germania). L’allarme batterio killer è arrivato anche in Francia e ora rischia di sconfinare in Italia: sette bambini sono stati ricoverati al policlinico di Lille per un’infezione alimentare legata a un tipo raro di batterio E.coli, dopo aver consumato degli hamburger. In sei casi, quelli dei bambini ricoverati questa mattina, i sanitari parlano di condizioni «gravi» ma «non preoccupanti». Secondo i primi accertamenti, l’infezione sarebbe dovuta al consumo di hamburger surgelati venduti nell’ipermercato Lidl.
I carabinieri del Nas, su disposizione del ministro della Salute, hanno sequestrato in provincia di Verona 1570 confezioni di hamburger da un chilo e 4mila confezioni di polpette da 900 grammi (per un totale di circa 5 tonnellate di prodotto) a marchio Steaks Country, dell’azienda francese che è all’origine dell’infezione per batterio. Il sequestro è avvenuto nella piattaforma logistica della Lidl che, secondo gli investigatori, sta pienamente collaborando con i Nas e sta ritirando dai suoi supermercati i prodotti “sospetti”. I campioni dei prodotti, che costituiscono la gran parte degli hamburger e polpette Steaks Country presenti in Italia, saranno ora analizzati dall’Istituto Zooprofilattico di Padova per verificare la presenza di batteri infettivi. La restante parte degli hamburger e polpette Steaks Country verranno sequestrati domani dai Nas.
«Ringrazio il Nas per l’immediato intervento e il sequestro cautelativo temporaneo dei prodotti – ha dichiarato il Ministro della Salute professor Ferruccio Fazio – Questa operazione dimostra l’elevato livello del sistema di sicurezza alimentare del nostro Paese, basato sull’assoluta tracciabilità dei prodotti, e deve rassicurare i consumatori. Nei prossimi giorni avremo i risultati delle analisi e potremo verificare se il batterio infettivo che ha colpito i bambini francesi si trova nella carne o se è legato a difetti di conservazione o manipolazione del cibo».
Solo poche ore prima Lidl Italia aveva dichiarato che quegli hamburger non erano in vendita in Italia. «Il prodotto surgelato 10 Steak Hachès 100% carne di bovino surgelata dell’azienda francese SEB con sede a Saint Dizier non è mai stato in vendita presso Lidl Italia». Lo aveva affermato la stessa Lidl Italia in una nota, aggiungendo che «in Francia le autorità competenti sospettano che il prodotto surgelato a base di carne tritata sia presumibilmente la causa delle infezioni da E.coli che ha colpito diverse persone nel nord della Francia. Al momento non sussistono chiare indicazioni che dimostrino che il prodotto del produttore francese possa effettivamente causare un’infezione da E.coli».
«La Commissione Ue è stata informata dalle autorità francesi, ma la causa sulla contaminazione della carne non è stata ancora chiarita», ha detto Frederic Vincent, portavoce del commissario Ue alla salute e ai consumatori John Dalli. «Ciò che è certo è che non si tratta dello stesso ceppo di E.coli che ha colpito in Germania. È virulento, forte, ma non è lo stesso», ha precisato il portavoce. «Il batterio che ha colpito in Francia è del ceppo 0157, il più comune. Infatti lo scorso anno ha colpito 3.500 cittadini nella Ue e 93 in Francia».
Come riferito dalla società SEB, che in Francia produce la carne sospettata di essere all’origine dell’infezione alimentare, proveniva dalla Germania, dal Belgio e dall’Olanda. La Commissione ha invitato però alla prudenza. «Non è detto che sia la carne la causa della contaminazione. Il batterio può svilupparsi infatti sia durante la produzione, che la catena di distribuzione che nei luoghi di distribuzione. Dovremo verificare dove esattamente la contaminazione si è prodotta. Questa è ora la priorità».
Cia: in Italia la carne è sicura. «Ancora un caso che rischia di avere effetti devastanti sulle produzioni alimentari di tutt’Europa: dopo l’allarme batterio killer in Germania che ha colpito il settore ortofrutta, è ora la carne bovina a rischiare un crollo di vendite dopo i casi a Lille». Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, nel rimarcando la necessità che «ognuno, a cominciare dal Paese tedesco, smetta di fare finta di niente e si assuma finalmente le sue responsabilità».
«Rassicuriamo i consumatori sul fatto che le nostre produzioni sono sicure e facilmente riconoscibili dall’etichetta d’origine, che per le carni bovine è obbligatoria per legge. Soprattutto dal 2001 con la vicenda Bse, l’Europa ha messo in piedi un sistema di controlli efficace e capillare, che garantisce una chiara tracciabilità di tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla distribuzione. Quindi non creiamo allarmismi ingiustificati nel nostro Paese – conclude la Cia -. Gli allevatori italiani già combattono con un calo pesante degli acquisti di carne rossa (che ha perso il 4,6 per cento nel 2010 e il 5,1 per cento nel primo trimestre 2011) e non hanno bisogno di un ulteriore crollo delle vendite, causato dall’ennesima psicosi alimentare del tutto infondata».
Gazzettino.it – 16 giugno 2011