Un round al Fisco nella battaglia giudiziaria sul nuovo redditometro. Il Tribunale di Napoli ha, infatti, annullato l’ordinanza che era stata pronunciata nello scorso febbraio dalla sezione staccata di Pozzuoli e che, attaccando alle fondamenta il nuovo redditometro in nome della tutela della riservatezza del contribuente, aveva provocato un vero e proprio terremoto.
Il Tribunale di Napoli ha, dunque, accolto il reclamo proposto dall’agenzia delle Entrate contro il provvedimento cautelare emesso il 21 febbraio. Nell’ordinanza di revoca, datata 11 luglio 2013, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità dell’ordinanza che era stata pronunciata proprio contro il Dm del 24 dicembre 2012, sottolineando come oggetto della controversia era esclusivamente la presunta illegittimità nel trattamento dei dati personali del contribuente. Il Tribunale ha precisato, poi, che le impugnazioni del decreto ministeriale sul nuovo redditometro avrebbero dovuto essere proposte davanti al giudice amministrativo. Questo mentre, per il Tribunale, sono impugnabili esclusivamente davanti alle commissioni tributarie gli atti in materia fiscale anche quando la controversia presa in considerazione impatta sui diritti fondamentali della persona.
Nell’ordinanza pronunciata in febbraio era stato sottolineato come il redditometro non possa sacrificare la sfera privata del cittadino: un pensionato aveva, infatti, lamentato che attraverso il monitoraggio delle spese si possono conoscere anche gli aspetti piu’ privati della vita del singolo cittadino, includendo anche le spese per cure mediche. E il giudice aveva accolto le ragioni del ricorrente con una sentenza che aveva fatto molto discutere.Ora, però, la decisione del Tribunale azzera la situazione.
La battaglia giudiziaria continuerà, però, nei prossimi mesi. Se è vero che entro qualche giorno (o al più qualche settimana) dovrebbe essere diffusa la circolare applicativa del redditometro e dovrebbero partire in modo massiccio i nuovi controlli, allora le controversie si trasferiranno sulle modalità di utilizzo concreto del nuovo strumento oltre che sul rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento.
Il Sole 24 Ore – 29 luglio 2013